Uno dei figli del governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Napoli per una vicenda relativa allo smaltimento delle ecoballe, con l'accusa di corruzione.

Roberto è assessore al Bilancio al Comune di Salerno, mentre il fratello Piero è nelle liste dei candidati per la Camera con il Pd.

Le indagini sono scattate dopo la realizzazione di alcuni video - targati Fanpage - in cui un ex camorrista fingeva di voler rientrare nel business dei rifiuti proponendo a vari politici (del centrodestra e del centrosinistra) "affari" sullo smaltimento.

Nella stessa inchiesta, coordinata dal procuratore capo Giovanni Melillo e dal procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, risultano indagati anche il consigliere regionale Luciano Passariello di Fratelli d'Italia, candidato alla Camera nel collegio di Secondigliano, e un uomo della destra partenopea, Agostino Chiatto, oggi dipendente della Sma, società in house della Regione sotto inchiesta.

Nelle immagini l'infiltrato Nunzio Perrella incontra Chiatto - dopo una prima riunione con Luciano Di Domenico, amministratore della Sma - e scrive su un foglietto le percentuali delle tangenti da capogiro da pagare per politici e dirigenti Sma.

DE LUCA: "UNA SCENEGGIATURA" - "Abbiamo assistito a delle sceneggiature che erano impensabili: camorristi, ex camorristi, non ho capito bene, assoldati per fare grandi operazioni di intelligence, da servizi segreti - ironizza a Lira Tv Vincenzo De Luca - Mi ricorda un po' il clima di due anni e mezzo fa quando alla vigilia della campagna elettorale venne fuori una lista di impresentabili e io avevo un ruolo d'onore. Ci sarebbe da domandarsi, di quella lista, cosa è successo dopo la campagna elettorale?".

RENZI: "IL FRATELLO PIERO NON C'ENTRA NIENTE" - "Piero De Luca in questa vicenda non c'entra niente. Ora non iniziamo anche ad addossare ai fratelli le responsabilità degli altri. Piero De Luca non è indagato e non ha alcuna relazione con questa vicenda".

Lo ha detto il segretario Matteo Renzi, in una intervista a Telenorba.

"Naturalmente vale per tutti gli indagati, per quelli di tutti i partiti, per quello di Fratelli d'Italia che è indagato in quella vicenda, per il sindaco di Roma o il sindaco di Torino dei Cinque Stelle che sono sotto processo o indagato, vale per tutti la presunzione d'innocenza - ha aggiunto Renzi -. Quindi non è l'avviso di garanzia a decidere chi è colpevole, è la sentenza, ma questa storia qui con il nostro candidato non c'entra niente, non vedo davvero il legame".

Ma la bufera contro il Pd non si placa. "Mi preoccupa una politica disponibile a lucrare su attività che danneggiano i cittadini come lo smaltimento dei rifiuti", attacca il leader di LeU Pietro Grasso.

Ma ancora più duro è il M5s. "Dopo essersi strappato le vesti per le nostre donazioni, ci saremmo aspettati, quantomeno, una presa di distanza del segreterio dem dai presunti mariuoli del suo partito, sui quali pendono accuse gravissime - dicono i capigruppo di Camera e Senato Matteo Mantero e Vilma Moronese -. Forse Renzi è in imbarazzo perché la lista degli esponenti dem coinvolti in gravi vicende giudiziarie si allunga e, ormai, gli impresentabili sono di casa nel Pd".

(Unioneonline/s.s.-D)

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