Friuli Venezia Giulia e Veneto sfidano il governo e rinviano il ritorno in classe dei liceali, che non avverrà prima del mese di febbraio.

In Veneto lo ha annunciato il presidente Zaia, che ha firmato un'ordinanza; "Non ci sembra prudente in questa situazione epidemiologica riaprire le scuole, questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi", ha detto.

In Friulii l'annuncio è dell'assessore regionale all'Istruzione Alessia Rosolen durante una conferenza stampa. Il presidente Massimiliano Fedriga "ha immaginato un'ordinanza che sposti dopo il 31 gennaio il rientro in classe dei ragazzi delle secondarie di secondo grado".

"Ovviamente - ha aggiunto - ci sono possibilità di intervenire da qui al 31 gennaio, a seconda di come la curva epidemiologica si modificherà nelle prossime settimane".

L'ordinanza, ha poi precisato Rosolen, verrà firmata oggi da Fedriga e prolungherà il ricorso alla didattica digitale integrata al 100% per gli istituti superiori fino al 31 gennaio. Ciò "per dare la certezza di tempi alle scuole: non vogliamo ricominciare per doverci fermare e vogliamo dare garanzia alle scuole per organizzare il loro lavoro fino al 31 gennaio. La scuola ha pronti i piani di rientro a cui hanno lavorato prefetti, dirigenti scolastici, Ufficio scolastico regionale e Amministrazione regionale".

"In questo momento - ha concluso - la nostra responsabilità rispetto a tutta la comunità regionale è di ridurre al minimo tutte le possibilità di esplosione dei dati. La scuola non è avulsa dal contesto regionale in cui è inserita".

Il governo vuole il ritorno in classe dei liceali al 50% il 7 gennaio, ma è ancora caos sui trasporti e sullo scaglionamento degli orari. Gran parte dei presidi è contraria al rientro in classe e ad uno scaglionamento di ingressi e uscite che porti i ragazzi a restare a scuola fino al tardo pomeriggio.

Firuli e Veneto sono tra le Regioni maggiormente colpite dalla seconda ondata della pandemia.

(Unioneonline/L)
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