È risultato “assente” ad un controllo delle forze dell'ordine quando era ai domiciliari per avere investito, uccidendole, due ragazze di 16 anni a Roma nella zona di corso Francia.

Per questo la Procura di Roma ha disposto la citazione diretta a giudizio per Pietro Genovese, figlio del regista Paolo. Il ventenne è stato condannato in via definitiva per quel duplice omicidio stradale, avvenuto il 22 dicembre del 2019 e in cui persero la vita Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, a cinque anni e quattro mesi di carcere.

Una vicenda tragica che potrebbe avere, però, un ulteriore strascico processuale per l'accusa mossa dal pm Roberto Felici. Il nuovo procedimento è legato a quanto avvenuto il pomeriggio del 16 gennaio del 2021 quando Genovese si trovava agli arresti domiciliari. Quel giorno i carabinieri della compagnia Parioli si sono recati sotto casa della famiglia del ventenne, nella zona del quartiere Trieste, per effettuare un controllo di rito. I militari dell'Arma hanno quindi citofonato varie volte all'abitazione senza però ottenere risposta.

I carabinieri, pur essendo in possesso del telefono cellulare dell'indagato, non hanno provato a contattarlo e dalle telecamere di sorveglianza del palazzo non risulta che Genovese fosse uscito di casa. Nelle relazione di servizio, poi finita all'attenzione dei magistrati di piazzale Clodio, i carabinieri scrivevano di avere effettuato «numerosi tentativi prima al citofono dello stabile e successivamente suonando direttamente al campanello della porta d'ingresso dell'abitazione, senza ricevere alcuna risposta, sino alle successive ore 18:04».

Tant'è che la mancata risposta al citofono ha fatto scattare l'accusa di evasione e il pm ha sollecitato un nuovo processo. Genovese è tornato libero il 21 ottobre del 2021. I giudici della Corte d'Appello della Capitale, così come previsto dalla legge per le sentenze passate in giudicato, hanno eliminato la misura dell'obbligo di dimora che gravava dal luglio di due anni fa quando la condanna a 5 anni e quattro mesi è passata in giudicato dopo la ratifica del concordato in secondo grado. Genovese è ora in attesa dell'udienza davanti ai giudici dell'esecuzione che dovranno decidere su come fare scontare il residuo pena, circa 3 anni e 7 mesi. Non è escluso che il giovane possa essere affidato ai servizi sociali.

(Unioneonline/D)

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