"La fine di un incubo durato quattro anni". La notizia dell'archiviazione dell'indagine per truffa ai danni della Carbosulcis, in cui erano coinvolti con altri tre dipendenti dell'azienda (tutte le posizioni sono state archiviate perché il reato contestato è infondato), è stata accolta come una liberazione dai tre ex sindacalisti della Rsu finiti nell'inchiesta.

"Ci avevano definito 'i tre porcellini', ci hanno chiamato ladri, mafiosi, ci hanno accusato di percepire stipendi d'oro - dice Giancarlo Sau, durante la conferenza convocata nella sala mensa della Carbosulcis - non è stato per niente facile, ma sicuri del nostro abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia, che alla fine ha stabilito la verità".

"Adesso siamo qui, con il decreto di archiviazione - dice Stefano Meletti - ma abbiamo passato quattro anni e mezzo da incubo. Siamo tutti padri di famiglia e certe definizioni fanno male, ti rendono la vita impossibile. Tutto è nato da una denuncia anonima e non sappiamo chi ci sia dietro, ma evidentemente il nostro modo di essere sindacalisti, con tuta da lavoro e scarponi sporchi, dava fastidio a qualcuno".

Anche Luigi Marotta, altro ex sindacalista finito sotto indagine, sottolinea il dramma dei quattro anni e mezzo. "Ero da poco andato in pensione quando mi è stato notificato l'avvio dell'indagine - dice - non capivo come fosse possibile e mi sono ritrovato in questo incubo. La gente ti guarda, ti additano come se avessi fatto le peggiori cose. Anche fare una passeggiata diventava un calvario".

Nei giorni scorsi la svolta: il giudice per le indagini preliminari Maria Gabriella Muscas ha firmato il decreto di archiviazione per tutti i sei dipendenti finiti nell'indagine. La notizia di reato è infondata, non c'è nessuna truffa ai danni dell'azienda.
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