L’obiettivo è ridurre di due ore il tempo che i più giovani passano davanti allo schermo del cellulare ogni settimana.

Nasce con questo desiderio la sfida lanciata dalla Scuola Apnea Sardegna a 80 adolescenti tra i 10 e i 19 anni di Cagliari, Arbatax e Oristano, con il programma Blue Life. L’iniziativa, supportata e patrocinata dalla società Sport e salute del ministero dell'Economia e dalla Fondazione di Sardegna, attraverso la Federazione italiana Pesca sportiva, attività subacquee e nuoto pinnato (Fipsas), e coordinato da Scuola Apnea Sardegna, nasce dall'esigenza di avvicinare bambini e ragazzi agli sport acquatici, per combattere la sedentarietà e tutte le patologie correlate, tra cui il diabete.

Gli ultimi dati dell'Istituto superiore della sanità non sono incoraggianti: in Italia 2 milioni di ragazzi nella fascia 11-17 (Generazione Z) è a rischio dipendenze soprattutto da cibo, videogiochi e social media. Blue Life prevede due ore gratuite di lezioni a settimana per sei mesi, tra nuoto e altre discipline sportive acquatiche (nuoto pinnato, apnea, tiro al bersaglio subacqueo, Blsd-Rescue) anche in mare.

In calendario anche incontri per confrontarsi sul proprio stile di vita, anche insieme a esperti e campioni dello sport. «Abbiamo una ventina di ragazzi e ragazze dal Cagliaritano, la gran parte dei quali non avevano mai fatto nuoto o sport in precedenza –  spiega Simone Mingoia, presidente di Scuola Apnea Sardegna e referente del progetto – i risultati al momento sono molto incoraggianti: i ragazzi ritrovano uno spazio proprio di apprendimento e di socializzazione con miglioramenti sull'umore e sulla salute che misureremo via via nel corso dell'anno e del progetto».

(Unioneonline/v.f.)

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