La Giunta regionale ha impugnato davanti alla Corte costituzionale il bilancio nazionale per il 2023, nella parte che crea un fondo per il sostegno della mobilità di Sardegna e Sicilia.

La notizia viene confermata dalla Regione, che in serata ha diffuso una nota. Il ricorso alla Consulta riguarda i commi 494, 495 e 496 dell’articolo 1 della manovra, che istituiscono un fondo per i trasporti aerei delle isole maggiori, finanziandolo però con soli 5 milioni per il 2023 e 15 milioni a partire dal 2024.

L’impugnazione contesta, in particolare, il fatto che quello stanziamento possa essere considerato una compensazione degli svantaggi dell’insularità, sulla cui quantificazione è già istituito da tempo un tavolo Stato-Regione nato dall’accordo sulle entrate del 2019.

Il fondo in questione, in effetti, viene istituito «in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, al fine di riconoscere le peculiarità delle isole e promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità». Era stato però considerato ampiamente insoddisfacente, rispetto al danno economico determinato dalla condizione di isolamento geografico (la sola continuità territoriale della Sardegna costa ogni anno molto più di quelle cifre).

Un mese fa, in un convegno a Cagliari, l’ex vicepresidente della Regione Sicilia Gaetano Armao aveva suggerito che entrambe le regioni insulari impugnassero la legge di stabilità proprio per l’insufficienza di quello stanziamento. Il ricorso predisposto dalla Giunta va appunto in quella direzione.

LA REGIONE – «Non possiamo consentire che l’interesse della Sardegna e dei sardi possa essere messo in discussione, specie su temi delicati come il diritto alla mobilità - spiega il presidente Christian Solinas - Ci siamo ritrovati davanti al fatto compiuto, ovvero uno stanziamento non certo sufficiente ad assicurare un corretto ed efficiente sistema di collegamento aereo. Un fatto ancora più grave se si considera il prelievo annuo di risorse regionali, sotto forma di compartecipazioni tributarie, che attualmente ammonta a 306 milioni, a cui si deve aggiungere un ulteriore accantonamento di circa 5 milioni nel 2023. I sardi che per qualunque esigenza si spostano dall'Isola hanno diritto ad avere certezza di collegamenti e certezza di poter viaggiare sempre allo stesso prezzo, con frequenze sicure, possibilmente con aerei di qualità. Questi diritti ad oggi continuano ad essere negati».

Lo Stato, prosegue il presidente Solinas, «è indietro anche rispetto alla quantificazione degli extra costi dovuti all’insularità, che doveva avvenire nell’ambito del tavolo tecnico politico istituito sulla base dell’accordo siglato nel 2019 e confermato nel 2021 ma che, nonostante le ripetute sollecitazioni della Regione, ha visto un’interruzione improvvisa. Quel tavolo rappresentava la sede ideale per certificare definitivamente il dovere di rimuovere le disuguaglianze che cittadini e imprese sarde hanno dovuto subire per decenni, sopportando maggiori costi sull’energia, sui trasporti ed in altri settori che hanno determinato una compressione di opportunità per l’intero sistema Sardegna rispetto al resto della Penisola».

«È evidente la necessità di ripartire nelle interlocuzioni con il Governo per ridiscutere le maggiori criticità che riguardano la nostra Isola, storicamente e ancora oggi in una posizione inferiore rispetto alle altre regioni. Siamo pronti a favorire una nuova fase di sviluppo che accresca le potenzialità della nostra Isola, ma per farlo è necessario superare i ritardi strutturali della Sardegna, svantaggi di cui lo Stato deve necessariamente tener conto», ha detto l’Assessore della Programmazione e del Bilancio, Giuseppe Fasolino.

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