Anno scolastico al via da oggi in diverse scuole della Sardegna, in anticipo di qualche giorno sul calendario che fissa a giovedì il generale ritorno tra i banchi.

All'appuntamento con la prima campanella d'ingresso circa 180mila tra allievi della primaria e delle medie, e ragazzi delle superiori.

Un calo costante degli iscritti, ripercussione dei dati record di denatalità, in una regione con percentuali elevate di abbandono, il numero più alto di ripetenti (l'11,4%, contro la media italiana del 6,2%) e le valutazioni più basse nelle prove Invalsi e nelle prove Ocse, test sulle competenze di base in cui la maggior parte dei ragazzi non raggiunge il livello base.

Dopo l'immissione in ruolo di 1.556 docenti, sono ancora molte le cattedre scoperte che vedono in attesa l'esercito dei precari, mentre oltre cento docenti di sostegno e diverse decine di insegnanti di materie come arte, italiano, musica, lingue straniere, sono arrivati da altre regioni dopo la cosiddetta call veloce da parte dell'ufficio scolastico regionale.

I sindacati segnalano problemi anche per quanto riguarda il personale Ata, cioè i lavoratori dei servizi amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola.

Mentre pende la mannaia del piano di dimensionamento che tra un anno farà perdere alla Sardegna oltre quaranta autonomie. Succederà quindi che, nelle scuole con meno di 961 alunni nel 2024-'25, e con meno di 949 e 938 a seguire, sarà disposto l'accorpamento, e un unico dirigente dovrà occuparsi di diversi istituti, fino a dieci e persino a venti.

P.S. 

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