Grande preoccupazione per le lavoratrici e i lavoratori del servizio di pulizia degli uffici comunali e altri immobili del comune di Sassari. A destare timore è l’ultimo appalto, indetto dall’amministrazione il 16 giugno, “per i servizi di pulizia per gli immobili in uso al Comune” dal 2023 al 2027. Una gara “storicamente unica” per tutti gli edifici, scrivono in una nota i 52 operatori, mentre stavolta è stata “divisa invece in due lotti elaborati secondo la fredda ed inumana logica dei numeri”. In cui, continuano, non si terrebbe “minimamente conto e rispetto per le sorti di tante madri e padri di famiglia, che percepiscono circa 500 euro al mese”.

Secondo i lavoratori la scissione in due lotti penalizza “enormemente” il primo, “dove è concentrata quasi l’ottanta per cento della forza lavoro, mentre premia in modo incomprensibile il lotto due, quello degli altri immobili, nel quale sono stanziate quasi il cinquanta per cento delle risorse economiche dell’appalto mentre ad oggi vi opera solo circa il venti per cento della forza lavoro impiegata”. L’impressione, per gli autori del comunicato, ora in forza alla società Pfe, è che il primo lotto “sarebbe oggetto di macelleria sociale”, dichiarano, “e lavoro al ribasso, con unità lavorative in esubero e tagli alle già fragili condizioni delle buste paga, mentre la ditta che si aggiudicherebbe il lotto due potrebbe guadagnare molto di più da un semplice lotto che dalla gestione complessiva dell’appalto unico pur con tutte le sue difficoltà”.

Nello scritto si specifica come le istanze di stabilizzazione portate al Comune siano state “rigettate” e, riferiscono, “continuiamo a sottoporci al giogo dei campi di appalto ma abbiamo sopportato, perché mai avremmo pensato che il sistema adottato per questa gara potesse causare la tragedia economica per qualcuno di noi”. Il bando scadrà lunedì 3 luglio alle 16.

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