C’era una volta, e ci sarebbe tuttora, una stazione ferroviaria nota col nome di “Porto Torres Marittima”, riaperta e inaugurata nel 2016, ma che attualmente non dispone di alcuna biglietteria e neppure di uno spazio di attesa disponibile per il passeggero. Non funzionano i servizi pubblici, parlare di tabelloni elettronici sarebbe un azzardo, e dell'ufficio informazioni non vi è traccia. La sala d’aspetto è sempre chiusa e per il biglietto ferroviario occorre rivolgersi all’edicolante di piazza Colombo in grado di offrire servizi dove spesso sono carenti.

Una specie di stazione ferroviaria fantasma con pochi convogli e i pendolari costretti spesso a viaggiare sui mezzi treno ormai vecchi e degradati. La cessazione del servizio merci su rotaia in Sardegna a partire dal 2008 portò ad ulteriori dismissioni di binari dell'impianto di Porto Torres Marittima, aperta in sostituzione dell'omonimo scalo presente sulla diramata per il porto, disattivata nell'occasione. Fa parte del Polo intermodale, inaugurato nel giugno scorso, un collegamento efficiente tra treni, navi, bus e navette nell'area portuale. Per gli studenti pendolari non rappresenta di certo una comodità e neppure per i disabili che, in alcuni casi, si sono trovati ad affrontare barriere architettoniche e disagi, viaggi da incubo specie quando le destinazioni sono lontane.

La stazione è servita dai treni regionali di Trenitalia che la collegano con Sassari, Ploaghe, Chilivani e con i centri presenti a sud di quest'ultima stazione lungo la Dorsale Sarda.

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