La caduta massi che si è verificata in zona Trampolino, nel lungomare di Porto Torres,  potrebbe essere la punta di un iceberg di una situazione invece molto delicata, complessa, ma anche conosciuta. In una zona da sempre a forte rischio dal punto vista idrogeologico, già soggetta ad inizio anni 2000 ad imponenti lavori di protezione civile (dalla chiesa di Balai vicino alle Acque Dolci) a difesa dell'erosione costiera. I cui effetti arrivarono  sotto le case delle Acque Dolci stesse. Mettendo a repentaglio la stabilità di case, strade e chiesa.

Tra i lavori diversi pennelli di difesa costiera ed una nuova scogliera frangi flutti, a protezione della costa e delle nuove spiaggette artificiali create. Lavori costati 1,8 milioni di euro di soldi pubblici (fondi Protezione civile), portati avanti dall'allora Giunta guidata da Gilda Usai Cermelli e dal relativo Ufficio Tecnico. Opere che hanno creato stabilità e fruibilità turistica, ma che comunque andavano e vanno monitorate attentamente, riservando molta attenzione all'esecuzione di nuovi lavori. Come quelli attuali del rifacimento dei marciapiedi, realizzati nel 1997 (in trachite, ora sostituita con cemento). Riservando inoltre  anche molta attenzione alle vibrazioni prodotte da apparecchiature di mezzi d'opera, che possono comportare distacchi  improvvisi della già instabile e friabile roccia calcarea esistente. Quindi collegare la caduta massi con queste vibrazioni non è cosa sicura, ma nemmeno campata in aria.

Il vecchio muro di contenimento da periziare staticamente (foto Tellini)
Il vecchio muro di contenimento da periziare staticamente (foto Tellini)
Il vecchio muro di contenimento da periziare staticamente (foto Tellini)

Un occhio di riguardo dovrebbe inoltre essere destinato ad un vecchio muro di contenimento in cemento delle Acque Dolci, degradato, che avrebbe bisogno secondo autorevoli tecnici di un'attenta e accurata perizia statica. Un discorso a parte merita la scogliera di protezione, già potenziata alla base qualche anno fa. Lunga circa 150 metri,  specie nella parte finale (testata) presenta degli sfaldamenti dei massi di protezione. In caso di mareggiate il fenomeno potrebbe acuirsi irreparabilmente, aprendo così pericolosissime falle sulla protezione degli arenili, incidendo anche sulla sicurezza della strada e delle case soprastanti. Una situazione complessiva quindi estremamente delicata, in un periodo di massima fruizione delle spiaggette e delle cale. Qualcuna come quella del Trampolino chiusa già alla balneazione. Senza creare allarmismi eccessivi, sarebbe comunque opportuna una rivisitazione totale dell'imponente progetto di protezione compiuto. La zona è troppo sensibile (e popolata) per poter trascurare alcune crepe che si sono aperte nelle opere realizzate.  Per la salvaguardia di persone e cose.
 

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