«La campagna elettorale per le comunali di Sassari parte dal centro storico perché è il nostro primo obiettivo».

Così Gavino Mariotti, candidato sindaco per il centrodestra e rettore dell’ateneo turritano, ha introdotto oggi la conferenza stampa di presentazione del suo programma all’Hotel Vittorio Emanuele.

«Vogliamo riportare i sassaresi qui - dichiara, affiancato dagli alleati della coalizione - attraverso una ristrutturazione urbanistica e infrastrutturale».

E, visti i problemi di sicurezza di Sassari Vecchia, anche con «l’installazione di un poderoso sistema di videosorveglianza».

Ma il rilancio passa pure dall’impegno di togliere le macchine da piazza Università e trasferire gli uffici universitari in centro garantendo l’arrivo di 12mila studenti e di 600 dipendenti dell’ateneo. «Sarà - garantisce Mariotti - un’ottima occasione per gli investitori».

Nel corposo programma dato in visione viene data grande importanza alla fase di reperimento fondi del Comune. «Creeremo un ufficio di programmazione strategica per intercettare risorse dal Pnrr e dai vari programmi React EU, Fondi strutturali europei e dal Fondo di sviluppo e coesione».

Poi lo sbocco verso il mare, volontà che l’ha fatto tacciare di un tentativo di “annessione costiera”. «Niente di tutto questo - replica -  abbiamo a disposizione 600 metri di costa e, in accordo con Sorso, credo che si possano ridisegnare i confini».

Mariotti assicura di poter gestire il composito schieramento degli alleati, definiti “amici”- Forza Italia, Fratelli d'Italia, Visione Sassari, Riformatori Sardi, Azione, Psd'Az - tenendo a distanza le inevitabili controversie partitiche. «Il dibattito politico si fa al di fuori dei canali amministrativi. L’amministrazione è un luogo dove si deve far crescere la città».

Quando gli si fa notare il declassamento delle università sarde, certificato di recente, e in particolare di quella sassarese da lui gestita ribatte con calore: «Sono panzane. Veniamo giudicati secondo i ranking americani che hanno un altro tipo di università che vengono pagate oltre 50mila euro annui. Secondo gli indici Anvur, agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, siamo invece ai primi posti».

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