Sarà l’Aspal a intervenire sul licenziamento collettivo dei lavoratori della Casa della Divina Provvidenza di Sassari.

Ieri, nell’incontro tra curatore fallimentare e sindacati, è stato rifiutato l’accordo nell’ultimo giorno utile per dirimere la questione. Che vede 17 dipendenti della struttura in attesa di conoscere il proprio futuro dopo il fallimento dell’istituto disposto dal tribunale a dicembre, la nomina di un curatore e la progressiva uscita degli ospiti. Passati dagli oltre 40 di cinque mesi fa agli attuali sei, con più di trenta persone trasferite in ospizi simili o a casa dei propri parenti.

Nel frattempo i lavoratori sono in attesa di conoscere risposte sul futuro mentre non ricevono stipendi da due mesi, e alla cui assenza vanno aggiunti importanti arretrati.

Adesso è l’Aspal a dover sbrogliare la matassa con una decisione che pare inevitabile, quale quella del licenziamento collettivo dei lavoratori. A meno che dalla Regione non si sblocchino i 4 milioni di euro stanziati dall’ente a suo tempo e finiti in ghiaccio dopo la decisione del giudice.

Lo chiede il sindacato Csa, nella speranza di non dover far scorrere i titoli di coda sulla struttura fondata da Padre Manzella.

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