Condannato l’uomo che avrebbe bruciato l’auto di un carabiniere a Buddusò nel 2019.

Ieri in tribunale a Sassari la sentenza disposta dal giudice Anna Pintore per una persona originaria di Berchidda che, secondo l’imputazione, cinque anni fa si sarebbe recata nella piazza davanti al comune mettendo la diavolina alle 4 del mattino sotto le ruote dell’auto del militare dell’Arma e dandole fuoco. Un’azione compiuta tra l’altro vicino alla stazione dei carabinieri del paese e ripresa dalle telecamere di videosorveglianza dello slargo.

Che registrarono la presenza di un uomo con il cappuccio ma a volto scoperto causare l’incendio che distrusse la Volkswagen e le cui fiamme arrivarono nei pressi di un centro per anziani. Fu lo stesso carabiniere a riconoscere il presunto responsabile dalle immagini, persona che aveva tra l’altro arrestato in un’occasione e che aveva mostrato nei suoi confronti, così aveva riferito la parte offesa, dell'ostilità. A carico dell’imputato una serie di indizi come l’autovettura Punto vista passare nelle vicinanze nell’orario del rogo, la diavolina trovata in un’abitazione frequentata dall’uomo, una scarpa riconosciuta come di sua proprietà e un accendino.

Una somma algebrica di elementi ricordati nella discussione dall’avvocato di parte civile Antonio Secci come gravi, precisi e concordanti e che, a suo parere, inchiodavano l’accusato. Il difensore dell’uomo, Gabriele Satta, ha invece sostenuto che si trattava di meri indizi che non attestavano la colpa del suo assistito. La decisione della giudice Anna Pintore è stata di otto mesi di reclusione, senza sospensione della pena, e 3500 euro di provvisionale. Il pm Antonio Pala aveva chiesto un anno di reclusione.

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