Sul dimensionamento scolastico il Comune di Oristano ricorre al Tar contro l’Ufficio scolastico regionale e contro la Regione Sardegna.

Lo ha deciso la Giunta Sanna che ha dato mandato al Dirigente del settore affari generali e alla Segreteria del Comune di provvedere alla nomina del legale che, d’intesa con l’avvocato dell’ente, procederà a impugnare gli atti sul dimensionamento per chiederne l’annullamento o la rettifica.

«La decisione di accorpare le dirigenze scolastiche cittadine, dimezzandole da quattro a due, lede l’interesse dell’intera collettività oristanese, comprimendo in misura importante il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito dagli artt. 33 e 34 della Costituzione – sottolinea il sindaco Massimiliano Sanna -. Nei mesi scorsi abbiamo più volte manifestato la nostra opposizione a ogni ipotesi di accorpamento. Lo abbiamo fatto in sede di conferenza provinciale, in audizione presso la Commissione Pubblica istruzione del Consiglio regionale e nel corso di incontri con le autorità scolastiche, con i dirigenti e le rappresentanze sindacali. In ogni occasione abbiamo respinto il piano di dimensionamento scolastico, avvertendo che in caso contrario saremmo stati pronti a tutelare i diritti dei cittadini oristanesi in sede legale. La nostra non è un’opposizione preconcetta: abbiamo contestato il metodo seguito, abbiamo chiesto che le decisioni fossero frutto di un confronto con l’assessorato che mai c’è stato. Chiedevamo di lasciare inalterata la situazione, confermando il Piano del 2022 per poi programmare con l’Assessorato azioni di riorganizzazione concordate con i sindaci, la provincia e dirigenze scolastiche».

Anche in occasione dell’audizione in Commissione Cultura e Pubblica istruzione del Consiglio regionale Sanna aveva ribadito le argomentazioni più volte espresse dalla conferenza dei sindaci della provincia di Oristano che si erano tradotte in un parere negativo alle Linee guida per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per il 2024/2025 giudicate come un atto normativo che impoverisce la scuola pubblica.

«Oggi, all’origine del nostro ricorso al Tar ci sono le stesse motivazioni – precisa ancora Sanna -. Chiediamo il mantenimento delle istituzioni scolastiche cittadine, evidenziando come la delibera che stabilisce l’accorpamento delle autonomie, portando da quattro a due il numero delle dirigenze scolastiche, non rispetta i criteri numerici, riferiti alla popolazione scolastica, stabiliti dalle stesse linee guida e si rivela illegittima e ingiusta».

Prima dell’adozione della delibera della Giunta regionale, i sindaci della provincia di Oristano avevano inviato alla Regione un documento con cui si chiedeva la promozione di iniziative per la tutela delle specifiche caratteristiche della scuola sarda, per la costituzione di un tavolo tecnico permanente provinciale dell’istruzione che monitori l’andamento demografico, le iscrizioni e la dispersione scolastica e organizzi forme di sussidiarietà e mutuo soccorso tra Oristano e i comuni della provincia, individui le istituzioni scolastiche capaci di garantire un assetto organizzativo nel tempo nei vari ordini e gradi e le scuole che presentano qualità nell’edilizia, innovativi con laboratori, spazi esterni, parametri di sicurezza e certificazioni richieste dalla normativa.

Il documento chiedeva anche un impegno per un disegno di legge regionale per la disciplina del sistema educativo di istruzione e formazione e un disegno di legge per l’introduzione in Sardegna dell’insegnamento curricolare della lingua sarda nelle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di 1° grado.

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata