Oristano, capitale del regno di Mariano IV e di sua figlia Eleonora, è città-simbolo della lotta per l'indipendenza che i sardi combatterono contro gli Aragona.

Ma nel suo stemma non c'è spazio per l'albero deradicato, emblema degli Arborea.

Per decisione del consiglio comunale, che ha bocciato la proposta di revisione fatta dal sindaco Guido Tendas, la croce sabauda, eredità delle volontà del re Carlo Emanuele III e del ministro Bogino (1767), resterà l'iconografia dominante insieme allo stagno, richiamo all'Aurem stagnum da cui nel Medioevo si riteneva erroneamente originasse il toponimo Oristano.

Eppure l'occasione si sarebbe rivelata propizia per rendere partecipe la città di una rilettura condivisa del passato, esente da ricostruzioni parziali o poco significative.

L'opinione è dei rappresentanti delle istituzioni culturali cittadine che hanno contribuito, coi loro studi, alla riflessione sul tema e all'elaborazione di possibili schemi di modifica.

Su tutti, Raimondo Zucca, docente di Storia romana all'Università di Sassari. Secondo cui il progetto, scevro dalle questioni di palazzo, avrebbe invece potuto produrre significativi esiti dal punto di vista culturale.
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