Il Comitato Tutela Montiferru alza la voce contro la speculazione energetica eolica, dopo l’arrivo nel porto di Oristano (LA NOTIZIA) di un cargo contenente grandi pale da installare nel territorio.

Un allerta lanciato da tutti i comitati per la difesa del paesaggio isolano che con il Montiferru, territorio esposto a una massiccia invasione di torri eoliche, fanno un appello alle istituzioni e alla classe politica regionali.

«Occorre una presa di posizione generale contro la massiccia aggressione che sta subendo l’Isola, resa ancora più inaccettabile dalle omissioni, dalle assenze e dalle ambiguità di tutti coloro che avevano e hanno il potere di decidere e che invece hanno preferito ignorare, tacere, lasciar fare», precisa il comitato in una nota inviata agli organi di stampa e alla Regione.

Nel Montiferru sono previste una quarantina di torri eoliche di 200 metri che irromperebbero nelle montagne tra Scano e Santu Lussurgiu, nelle colline che digradano verso il mare tra Seneghe e Narbolia, quindi le campagne tra Bauladu e Paulilatino con infrastrutture, elettrodotti, centraline di accumulo e nuovi sentieri pure nell’Alto Campidano di Milis e Tramatza.

Un «accerchiamento» che metterebbe a repentaglio aree agricole di pregio e boschi, sottraendole ai terreni fertili per coltivare gli agrumi di Milis e allevare la razza Sardo-Modicana che produce le eccellenze agroalimentari come la carne del Bue Rosso e il Casizolu. Senza dare niente alle popolazioni, lasciando soltanto macerie da smaltire dopo tanti anni. Una trasformazione radicale del paesaggio ancora incontaminato. Un devastante impatto sul territorio: abbattimento di essenze vegetali della macchia mediterranea, consumo di suolo, disturbo dell’avifauna e intralcio del sorvolo aereo per i mezzi antincendio.

I primi cantieri per installare le infrastrutture di produzione stanno per aprire, per cui «il tempo dei silenzi, delle lentezze e delle ambiguità è finito – incalza il comitato- le Istituzioni ascoltino e agiscano nella direzione auspicata dai cittadini sardi, dai territori e da quella parte di mondo politico, istituzionale e accademico che finora ci è stata accanto. La Presidenza della Giunta convochi subito un tavolo emergenziale con il Coordinamento dei Comitati e gli altri attori opportuni per salvare la Sardegna dal saccheggio!».

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