L'allevatore di Arborea accusato di aver provocato l'incendio in pineta ha fatto scena muta davanti al pubblico ministero Valerio Bagattini.

Il sessantenne è arrivato insieme al suo difensore, l'avvocato Anna Paola Putzu, e subito si è avvalso della facoltà di non rispondere. Strategia difensiva quasi obbligata dal momento che si è in una fase piuttosto delicata degli accertamenti e l'indagine è ancora aperta.

All'allevatore viene contestato di aver provocato il rogo che nella notte tra il 22 e il 23 ottobre scorso ha devastato oltre settanta ettari di pineta.

Le fiamme sarebbero partite nella zona dello stagno di Pauli Pirastu arrivando alle porte del resort Horse country che, nel cuore della notte, era stato completamente evacuato. I danni erano stati ingenti.

Le indagini del corpo forestale erano scattate immediatamente e vanno avanti tuttora tra interrogatori e accurate verifiche.

La svolta è arrivata qualche settimana fa, quando gli agenti hanno accertato che l'origine delle fiamme era dolosa e poi hanno denunciato l'allevatore, proprietario di un'azienda della zona della Bonifica.

Oltre all'accusa di incendio doloso, all'uomo viene contestata anche l'occupazione abusiva del terreno demaniale nella zona umida di Pauli Pirastu.

Secondo gli inquirenti alla base del gesto ci sarebbero interessi legati proprio allo sfruttamento della zona umida. Non è escluso che l'allevatore volesse ripulire l'area e abbia appiccato il fuoco, poi il forte vento che soffiava quella sera ha fatto il resto contribuendo ad alimentare le fiamme che in poche ore hanno provocato un disastro ambientale.
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