Vecchi, cari e in tanti casi anche con abusi edilizi. Sono gli immobili presenti nel centro storico di Cabras e Solanas, in tutto 1500: parte del paese dove negli ultimi anni tanti operatori commerciali hanno abbassato le loro serrande perché le spese erano più alte delle entrate.

Il primo cittadino Andrea Abis sulle difficoltà nel mettere in piedi un’attività commerciale all'interno di una superficie territoriale di 300mila metri quadri, è molto chiaro: «La colpa non è da attribuire al Comune ma alla parte privata. Solo i proprietari degli immobili presenti in centro possono dare una mano a chi vorrebbe investire».

Abis fa una fotografia del caso partendo dal caro affitti: «Il canone che viene chiesto agli operatori è spesso alto. Non bisogna dimenticare che da novembre a marzo i turisti non ci sono e il centro sopravvive solo grazie ai residenti. Meglio avere in tasca qualche centinaio di euro in meno piuttosto che tenere le porte dell’immobile chiuse. Anche perché le tasse vanno pagate ugualmente».

Ma c’è un altro dato che fa riflettere: nel centro storico di Cabras su 967 unità abitative 159 sono disabitate: «Non poche - dice Abis  - Eppure queste potrebbero diventare utili alla comunità. A Cabras non c'è  un negozio di abbigliamento per adulti e bambini, tanto meno di calzature. I turisti non trovano nemmeno un costume da bagno. Il commercio va incentivato. Sono contento che a giorni inaugureranno due nuove attività nel settore della ristorazione». Ma c’è anche un altro aspetto che non fa decollare il centro. Molti immobili ad esempio presentano piccoli abusi edilizi: «Tutti risolvibili - dice Abis - Intanto però molto spesso impediscono l’acquisto attraverso un mutuo. Le banche non concedono denaro se tutto non è in regola». Ma ci sono immobili anche molto vecchi: «Spesso appartengono a più eredi che non si mettono d’accordo per la ristrutturazione - va avanti Abis -  E nel frattempo l’immobile rimane chiuso». 

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