Crolla l'ultimo baluardo e dopo 45 anni arriva la parola fine per l'esperienza industriale nella media valle del Tirso, nell'indifferenza totale della politica e della Regione.

Dopo la fermata della centrale elettrica e dell'impianto di produzione del Pet per bottiglie, con tutti gli operai in cassa integrazione, Alperia, società municipalizzata di Bolzano, intende dismettere anche la piccola centrale Bio Power alimentata ad olio di palma, in marcia da dieci anni, in regime di essenzialità, dove vi lavorano una trentina di operai e tecnici.

L'amministratore unico, Gunter Andergassen, è stato intercettato dagli operai in lotta, che stamattina e per l'intera giornata hanno bloccato l'ingresso a qualsiasi mezzo e a qualsiasi persona. Andergassen ai sindacati ha riferito che la società è alla ricerca di nuove soluzioni, anche se non ha confermato la fermata imminente degli impianti.

Rassicurazioni che però non convincono gli operai in lotta. "Anche se l'amministratore unico di Bio Power ha parlato di possibilità alternative, l'allarme c'era e rimane", dice Mario Putzolu, uno dei rappresentati sindacali. "Chiediamo conto alla Regione, che non batte ciglio, nonostante il Consiglio regionale abbia dato ampio mandato a convocare un tavolo a Roma, alla presidenza del Consiglio dei ministri".

Risposte attese ormai da tre anni e che non arrivano mai. Della grave situazione hanno parlato i sindacalisti della Cgil Sergio Zara e Nevina Mereu, ma anche il sindaco di Ottana Piero Saba e il presidente del Consorzio industriale Piero Guiso.

Per tutti si sta chiudendo un importante capitolo di storia, iniziato nel 1973. Tutto è nelle mani della Regione, che però deve intervenire prima che sia troppo tardi.
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