Una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Nuoro ha portato a scoprire un'associazione criminale specializzata in truffe ed estorsioni nel nord Italia.

Tra le vittime dei ricatti c'è anche il caso di un suicidio.

Il blitz, effettuato in collaborazione con i comandi di Torino, Vercelli e Catania, ha portato in carcere 2 persone, 14 ai domiciliari, una colpita dall'obbligo di dimora e altre 4 indagate a piede libero.

Per tutti è stato disposto il sequestro conservativo di beni per un importo di 100mila euro.

L'INCHIESTA - Le indagini sono nate l'anno scorso in seguito al caso di un giovane nuorese che si era tolto la vita; gli anziani genitori, non sapendo darsi spiegazioni, si erano rivolti informalmente ai carabinieri.

I militari hanno quindi raccolto diverse informazioni sulla vita dell'uomo, anche attraverso l'esame dei suoi profili sui social network e di annunci pubblicati su alcuni siti d'incontri.

È così emerso che il giovane, mentre aspettava di essere assunto in una struttura sanitaria, veniva ricattato da un falso ispettore di polizia il quale in più occasioni gli aveva chiesto il pagamento di contravvenzioni per inesistenti violazioni in merito alla pubblicazione degli annunci a sfondo sessuale sul web.

Un'immagine realizzata dai carabinieri
Un'immagine realizzata dai carabinieri
Un'immagine realizzata dai carabinieri

Prima di uccidersi, la vittima del raggiro aveva versato 5mila euro ai malfattori.

La Procura ha quindi ipotizzato, a carico del promotore della banda, il delitto di morte come conseguenza di altro reato.

IL CAPO BANDA - Attraverso il denaro estorto e le comunicazioni informatiche, i carabinieri sono risaliti al personaggio principale dell'associazione criminale: si tratta di un 39enne piemontese di origine sarda che si presentava alle sue vittime come ispettore Marco Gigliotti della Polizia postale di Roma.

Sarebbe lui il promotore dell'organizzazione composta da 21 persone e radicata fra Torino e Vercelli, che aveva come fine quello di effettuare estorsioni e truffe in tutto il nord Italia.

I componenti contattavano gli inserzionisti dei più diffusi siti di annunci, acquisivano informazioni e poi partiva la minaccia di una denuncia o querela a loro carico.

Conquistata la fiducia delle vittime, cominciavano le richieste di denaro attraverso versamenti su PostePay e conti correnti online; spesso quei soldi venivano utilizzati nell'immediato per l'acquisto di auto di lusso o piccole quantità di droga.

Sarebbero circa 600 le persone raggirate, ma potrebbero esserci altri casi non venuti ancora a galla.

I PROVVEDIMENTI - In carcere sono finiti Simone Atzori, il falso "Marco Gigliotti", e Francesco Reina; ai domiciliari: Teresa Di Marco, Sabina Garabello, Mario Puorro, Salvatore Braconaro, Ajljus Alijev, Bruno Pacino, Annunziata Presicci, Eugenio Brunelli, Marco Mannai, Cristian Pacella, Patrizia Nicolella, Gerardo Farabella, Maurizio Virruso. Obbligo di dimora per Massimo Reina. Denunciati in stato di libertà: Fulvio Arcuri, Maurizio Gelfo, Antonio Bilello, Angela Dimeo.

(Unioneonline/s.s.)

(Ha collaborato Gianluigi Deidda)
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