Nell'elenco delle vittime ci sono quasi tutte le banche presenti all'epoca dei fatti a Olbia: Banco di Sardegna, Banca di Sassari, Unicredit, Carige e Banco di Credito Sardo, più le finanziarie Agos Ducato, Findomestic e Fiditalia.

Secondo la Procura di Tempio, finite dentro una "stangata" organizzata da una banda di presunti truffatori che avrebbe imperversato nel nord Sardegna, grazie al furto di identità.

Il pm Domenico Fiordalisi (oggi consigliere di Cassazione) ha firmato il decreto di citazione a giudizio per 15 persone, accusate di avere utilizzato documenti falsi o clonati per versare assegni, aprire conti correnti, incassare dalle banche somme di denaro, chiedere e ottenere prestiti da diverse società finanziarie.

La Procura di Tempio ha chiuso il filone gallurese di una grossa indagine condotta tra Sardegna e Campania, partita da un'attività condotta, almeno inizialmente, dalla Procura e dalle Fiamme Gialle di Nuoro.

LA GANG SARDO-CAMPANA - I destinatari del decreto sono sardi, campani, laziali e piemontesi. Olbia era stata scelta come teatro operativo, mentre i presunti responsabili del raggiro, agivano da Golfo Aranci, San Teodoro e Budoni.

Gli indagati sono Marco Guidetti, alias Renzo Melis, alias Marco Melis, di Verbania, il napoletano Salvatore Diana (alias Antonio Cioffi) residente a Budoni, i sardi Alessandro Raibaldi e Giovanni Pinna, golfarancini, il pugliese Leonardo Addati, da tempo residente a San Teodoro, i campani Tommaso Verrillo, Ciro Ardito, Antonio Di Martino, Sergio Martinello, Antonio Illiano, Pasquale Illiano, Raffaele Nocerino, Maria Langella, Marcello D'Angelo e il romano Roberto Piacentini.

LE ACCUSE - Secondo il pm, le persone coinvolte nella presunta truffa ai danni delle banche, ricevevano da una stamperia clandestina, in Campania, documenti falsi di ogni tipo, soprattutto assegni (sui quali venivano trascritti numeri di serie di carnet intestati a ignari correntisti), carte d'identità, tessere sanitarie e codici fiscali.

A Guidetti viene contestato di avere versato nella filiale Carige di Olbia assegni clonati per una somma di circa 300mila euro.

Successivamente, avrebbe prelevato dallo stesso conto circa 10mila euro. Modalità con la quale sarebbero stati prelevate e incassate decine di migliaia di euro.

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