La Procura di Tempio ha acquisito i primi sommari risultati dell’autopsia effettuata sul corpo del marinaio senegalese Mandi Diome.

Si tratta della vittima della collisione tra il peschereccio golfarancino Alemax II e il traghetto Moby Sharden (del 10 agosto scorso). La salma era stata recuperata su un fondale di 90 metri al largo di Capo Figari, vicino ad un grosso frammento dell’Alemax II. Difficile, prima di ulteriori accertamenti, individuare la causa del decesso del marinaio. Ma si parla di numerose fratture e di un probabile gravissimo trauma.

A quanto pare sarebbe stata individuata anche una lesione nella colonna vertebrale. Di sicuro si va delineando il quadro accusatorio. La responsabilità maggiore del naufragio del peschereccio Alemax II  sembra essere quella delle persone che erano sulla plancia del traghetto Moby Sharde.

Stando alla ricostruzione della Procura di Tempio, la nave passeggeri potrebbe avere colpito il  peschereccio di Mario Langiu a poppa, facendolo colare a picco. Sono indagati Luigi Coppola, 58 anni, di Brindisi, comandante dello Sharden, il cagliaritano Mimmo Cesarale, 27 anni, secondo ufficiale della nave passeggeri e Giacomo Mereu, 60 anni, anche lui di Cagliari e indicato come “timoniere vedetta” dello Sharden al momento della collisione. Indagato anche Mario Langiu, comandante del peschereccio. I difensori sono Alfredo De Filippis, Lucio Della Pietra, Simone Vernazza, Umberto Argiolas e Michele Pilia. Pilia, difensore di Langiu, ha partecipato alle attività di recupero della salma della vittima (affidate a Marina Militare e Guardia Costiera), in qualità di legale del comandante dell’Alemax II. 

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