Sala consiliare gremita, a La Maddalena, per la presentazione  de “Il guardiano di Budelli. Storia di un uomo e della sua isola deserta”, (Diarkos), ultimo libro del filosofo e docente Antonio Rinaldis. Una storia che ha fatto il giro del mondo, quella di Mauro Morandi - custode per quasi trent’anni della piccola isoletta dell’Arcipelago maddalenino – e che non finisce di suscitare curiosità e interesse.

Tante le domande poste dai presenti dopo l’ascolto del lungo e appassionato dialogo tra l’autore  e l’ormai esule guardiano, schivo alle apparizioni in pubblico. L’intervista esplora i grandi temi dell’esistenza e accende i riflettori su ecologia, sfruttamento delle risorse, insularità e isolamento. La scelta di tagliare i ponti con la civiltà e isolarsi per quasi trent’anni, parte da qui l’esplorazione dello scrittore nella vita del guardiano. «Esisteva già una sua autobiografia ma quel libro mi pareva insufficiente – dice Rinaldis – rischiava di lasciare in ombra i simboli e i valori che incarnava  la sua scelta. Da qui è nata una lunga conversazione sui temi dell’esistenza che diventano significativi alla luce della sua esperienza di solitudine, alla prova con le domande che tutti ci facciamo. Domande che mentre per noi rappresentano delle parentesi minime all’interno del caos delle nostre vite per Mauro sono una scelta radicale, lui che ha fatto della sua vita una sorta di viaggio interiore».

Chi ha puntato il dito considerando quella di Morandi un’esistenza privilegiata, sottolinea Rinaldis, non si è chiesto se sarebbe stato in grado di affrontare quella vita 365 giorni l’anno: il tempo inclemente, la mancanza di cibo, l’assenza totale di comfort. «Spesso ci si dimentica del servizio che ha reso a Budelli, la sua vigilanza sulla tutela della spiaggia rosa – afferma l’autore –. Ha contribuito non poco a valorizzare i luoghi ed educare le persone alla conoscenza dell’isola». Il rapporto con la natura e con la bellezza: l’esperienza di Mauro insegna che è possibile concepire uno stile di vita più frugale e che la bellezza è un valore da contemplare e custodire, non da possedere come banale souvenir.

«Se c’è un filo conduttore del libro questo credo sia l’amore che si può creare tra un uomo e un luogo, in questo caso un’isola che viene quasi trasfigurata tanto che Mauro vive ora il rimpianto dell’abbandono. Ciò ci induce a pensare che se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo connetterci empaticamente con i luoghi, attraverso l’amore». All’evento, tra i relatori, presente anche il consigliere capogruppo di maggioranza del comune, Luca Falchi, anch’egli intervistato dall’autore. Antonio Rinaldis è docente di filosofia in un liceo della provincia di Torino e professore a contratto all’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato diversi saggi e romanzi, tra cui: L’empietà come degenerazione nichilista del prometeismo (2010); La parte nascosta (2013); Paesaggi del sacro in Albert Camus (2013); Esodati (2014), e Riace. Il paese accogliente (2016). Ha pubblicato Brevi lezioni di filosofia per Diarkos (2019).

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