La mobilitazione per salvare l'ex Stazione semaforica e la Batteria Luigi Serra, situati a Capo Figari, a Golfo Aranci, dalla trasformazione in hotel di lusso, dopo l'accordo tra Regione e New Fari srl, società con sede a Cagliari, per una concessione trentennale per la riqualificazione e la valorizzazione ai fini ricettivi del luogo in cui Guglielmo Marconi sperimentò il primo collegamento radio a onde corte, nel 1932.

Dopo le petizioni lanciate su Change.org, dal gruppo consiliare Cambia con noi e dal comitato di cittadini Maremosso che, in totale, hanno raccolto 4.500 firme in una settimana, un'interrogazione parlamentare firmata dall'esponente di Italia Viva, Roberto Giachetti, e l'adesione al dissenso della LIPU, la protesta, il 22 luglio, è un'escursione serale tra i sentieri di Capo Figari, inseriti nella Riserva naturale e Oasi faunistica. Organizzato da Maremosso, l'appuntamento è alle 20 alla spiaggia dei Baracconi: dopo una conversazione con esperti dell'ambiente tra cui Egidio Trainito, naturalista che si occupa di sviluppo compatibile del turismo e di progetti di conservazione in Aree Marine Protette, Francesco Guillot, coordinatore regionale LIPU, e Elena Pintori Pintau, presidente dell'associazione Alghero per Punta Giglio, che illustrerà l'esperienza della costruzione di un hotel (e le sue conseguenze) nella batteria costiera dismessa di Punta Giglio, la passeggiata arriverà alla Batteria Luigi Serra.

Ieri, sulla cementificazione e la privatizzazione di Capo Figari è intervenuta, anche, l'associazione ambientalista Gruppo d'intervento giuridico. «Emerge un'amministrazione comunale che, a parole, ha rivendicato la consegna del bene per una generica e imprecisata valorizzazione, vagheggiando centinaia di posti di lavoro diretti e dell'indotto nella zona di Golfo Aranci mentre, nel concreto, spendeva un bel po' di soldi pubblici per sirenette, statue sottomarine e giulive benignità simili per la felicità dei semplici», scrive il Grig, in una nota. E conclude: «Resta il fatto - analogamente a quanto già visto relativamente alla Batteria costiera di Punta Giglio - di un bene pubblico ambientale e culturale riguardo cui le amministrazioni pubbliche competenti abdicano al loro ruolo gestionale per favorire l'ingresso di soggetti privati non certo giunti per fare i disinteressati benefattori».

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