Un cammino in carrozzina lungo 327 chilometri, 8 giorni in tutto, da venerdì 19 maggio, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’abbattimento delle barriere architettoniche.

E che vede fra i dieci partecipanti, unica donna ed unica sarda, la cagliaritana Sabrina Pili, 57 anni.

Il percorso, interamente nel territorio della Regione Veneto, che ospita l’iniziativa, partirà da Negrar di Valpolicella, in provincia di Verona, con 10 viaggiatori di cui 8 a mobilità ridotta, e arriverà venerdì 26 maggio a Motta di Livenza, con un gran finale il giorno successivo in piazza San Marco a Venezia.

Un “test” organizzato da Free Wheels, associazione di volontariato che avvicina persone con esigenze di accessibilità all’esperienza del Cammino, per garantire ai portatori di disabilità la possibilità di vivere la stessa esperienza, negli stessi luoghi, in tempi successivi e in autonomia

«Sarebbe bello riproporre questo cammino anche in Sardegna», le parole di Sabrina. «Sulla carta - spiega - le barriere architettoniche spesso non ci sono. Ma poi esistono degli ostacoli che possono impedire un cammino in totale autonomia. Dalle mie esperienze precedenti il problema, più che al percorso, è legato all'accoglienza di hotel e ristoranti: non tutti sono senza barriere architettoniche».

Sabrina sogna un percorso senza ostacoli che unisca le vecchie province sarde: da Cagliari a Sassari, passando per Nuoro e Oristano. «Ormai ci sono tanti progetti di cammini in Sardegna, bisogna giusto avere l'accortezza di renderli accessibili a tutti. Anche in autonomia. Io posso essere accompagnata da mio marito e mia figlia, ma non tutti hanno questa possibilità. Ma bisogna creare le condizioni affinché la mobilità sia davvero per tutti».

Klick's on ways, questo il titolo dell’iniziativa quest’anno alla sua seconda edizione, ma che si propone di proseguire ancora con tappe in altre Regioni d’Italia, prevede anche  . una visita all'Unità spinale di Negrar.

Insieme a Sabrina viaggeranno Pietro M. di Dolo, Michele di Monastier di Treviso, Emanuele di Eraclea, Ignazio di Scicli, Samuele di Sulbiate, Angiolino di Sommacampagna, Manuel di Martellago. A guidare il gruppo di viaggiatori è Pietro Scidurlo, madrina dell’iniziativa Jesusleny Gomes, che ha percorso a piedi 574 comuni veneti e ha sposato l’iniziativa.

Nel dettaglio, il percorso prevede otto tappe in otto giorni: centinaia di chilometri dal Veneto occidentale al Veneto orientale in città e borghi di grande bellezza. Tra gli altri, dopo la partenza a Negrar, il gruppo toccherà Verona, attraversando l’Adige sul magnifico Ponte Pietra, le risorgive di Montorio mantenendosi a nord dell’Adige fino a Soave, borgo più bello d’Italia, poi tappa a Lonigo, famoso centro agricolo per la produzione del riso e del pisello nano, Vicenza, Poiana di Granfion, Camposampiero, luogo antesignano legato al Sant’Antonio da Padova, il Santuario Antoniano dell’Arcella, Dolo, Martellago e poi Monastier di Treviso, entrando di fatto nel territorio del Prosecco, San Donà di Piave, Eraclea, perla dell'Adriatico per il suo paesaggio verdeggiante. Nell’ultima tappa verso Motta di Livenza alcuni vecchi e nuovi ospiti dell’Ospedale riabilitativo in alta specializzazione cammineranno con il gruppo e lo accoglieranno nella struttura, dove gli 8 riders racconteranno i loro straordinari giorni di Cammino.

Da Motta di Livenza i viaggiatori raggiungeranno quindi in auto Venezia, per raccontare, nello scenario di Piazza San Marco, come anche questa città, per anni considerata non accessibile, oggi possa essere vivibile anche da persone con lesione midollare.

(Unioneonline/v.l.)

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