Un'operazione a cuore aperto per Cagliari. Per la sua gente e la sua economia storica. Ma dal Comune dicono che ancora non c’è il progetto definitivo per il mercato di San Benedetto del futuro. Quello che, pena la perdita dei fondi del Pnrr, deve essere pronto entro il 2026. Si lavora «su limature», pare.

I parcheggi

Intanto si organizza un trasloco in piazza Nazzari, si avvicina la prima scadenza vincolante per rendere certi i finanziamenti Ue e, solo adesso, si inizia a discutere di un problema: i parcheggi. Quei pochi che ci sono, all'esterno, spariranno per creare una piazza pedonale. Il progetto preliminare decreta l’addio a 5.695 metri quadri di stalli cruciali per un’attività commerciale. Secondo gli uffici tecnici sorge «la necessità di attuare politiche di rafforzamento della mobilità collettiva, lenta e sostenibile di collegamento del mercato con i quartieri limitrofi e con l’intera area urbana». E si pensa di imporre la realizzazione di stalli a servizio dell’attività in caso di via libera alla riqualificazione dell’ex mobilificio Cao, lì accanto. Ipotesi. Soluzioni: nessuna. Certo, rifare il mercato era necessario, secondo le carte e chi nell'edificio risalente al 1957 ci lavora o ci compra. Ma nel rettangolo tra le vie Bacaredda, Pacinotti, Cocco Ortu e Tiziano si dice: «Un salto nel buio, speriamo vada bene».

L’iter

La Giunta comunale ha approvato il progetto preliminare del nuovo mercato il 20 dicembre del 2022. Si legge che «è stato previsto un budget di 31 milioni, al quale si aggiunge la spesa per la progettazione di 249.536,24 euro». Indicate anche le scadenze improrogabili: era necessario «aggiudicare i lavori entro il 30 luglio 2023», pagare «almeno il 30% degli stati di avanzamento lavori entro il 30 settembre 2024» e «terminare i lavori entro il 30 giugno 2026». Dieci giorni dopo, il 30 dicembre, è stata indetta la gara d’appalto. Valore: 21 milioni e 773 mila euro. La scadenza per la presentazione delle offerte era fissata al 22 maggio. Ne è arrivata solo una: quella dell’Impresa Pellegrini Srl del presidente di Confindustria Maurizio De Pascale. Il 25 luglio è stata decretata l’aggiudicazione all’unica partecipante, che incassa 100 punti su 100 presentando un ribasso del 4,68%. Il mercato quindi dovrebbe costare 19.071.327 euro, più 1.301.381 per la progettazione. Oltre agli oneri per la sicurezza e, ovvio, l’Iva.

I tempi

Secondo lo studio di fattibilità, per completare l’opera saranno necessari 560 giorni dal momento della consegna delle chiavi del cantiere. Un anno e dieci mesi, circa. Quindi: partendo a febbraio ‘24 (data presunta), si arriverebbe ai primi giorni del 2026 per togliere le reti. Poi inizierebbero le operazioni per il rientro nella nuova casa, da piazza Nazzari, di tutti gli operatori. Tempi lunghi? Forse. E a rischio di non essere in linea con un intervento che sarebbe potuto essere più vicino alle esigenze di commercianti, operatori e i fruitori storici. Soprattutto se si mettono nel conto possibili – e frequenti – ritardi per interventi di questa portata. Amministrazione e impresa potrebbero abbreviare le operazioni, magari introducendo nel contratto delle premialità in caso di anticipazione rispetto alle scadenze. I cagliaritani ci sperano.

L’intervento

L’obiettivo dichiarato è quello di non stravolgere l’identità di “mercato civico”. Ma la struttura verrà ripensata: lati lunghi «dell’involucro, oggetto di demolizione e ricostruzione, saranno riproposti nelle forme e caratteri propri dell’esistente. Saranno conservati soltanto i volumi di testata, oggetto di restauro», ossia gli ingressi sulle vie Pacinotti e Bacaredda. Dentro ci sarà una nuova distribuzione dei settori di vendita. Il piano interrato scompare. Al piano terra ci saranno 43 venditori di pesce sul lato di via Bacaredda, 33 di frutta e verdura verso via Pacinotti. Tutti al centro, con le pareti libere. Poi una caffetteria e tre locali commerciali. Al primo piano 43 box alimentari e 41 per la sola carne. Poi c’è la terrazza panoramica, che ospiterà 29 spazi “food” e (forse) un ristorante. Questo “attico” di 108 metri per 36 sarà coperto da pannelli fotovoltaici. Ed è anche sulle caratteristiche del tetto che si sta lavorando adesso. Prima di approvare il progetto definitivo tanto atteso.

Piazza Nazzari

Intanto c’è piazza Nazzari.  L’appuntamento per maggio 2023, fissato a ottobre del ’22, è passato invano. L'ipotesi successiva indicava settembre 2023. Ora si parla di febbraio 2024. Si viaggia negli anni quando, documenti alla mano, si ricostruisce la storia del progetto per la realizzazione del “mercato” provvisorio. Circa 4000 metri quadri: 3.250 coperti, dei quali 2275 dedicati alla vendita. Dovranno ospitare i 188 titolari dei box del mercato - senza virgolette – di San Benedetto destinato alla quasi totale demolizione e ristrutturazione. In uno spazio in teoria progettato e finanziato per essere un Parco della Musica. La costruzione procede: sul cartello appeso alla recinzione di cantiere c'è scritto “data fine lavori: 31 gennaio 2024”. E quella sarà, salvo ulteriori slittamenti, la location per la spesa “vecchio stile casteddaio” nei successivi tre anni. Meglio: per «almeno» tre anni. Questo dice il progetto preliminare. Il mantra è: «Speriamo vada tutto bene».

La gara

Centottanta giorni. Sei mesi, più o meno. Questa la durata del cantiere prevista dal capitolato speciale d'appalto che porta la data del 5 dicembre 2022. L'intervento è partito tra fine agosto e settembre: salvo accelerazioni, gli operai potrebbero essere sul campo anche a febbraio. Se lavorano anche durante le feste. Il progetto di fattibilità dell'opera è stato approvato il 20 dicembre dell'anno scorso. Il costo stimato era di 7.350.000 euro: fondi che arrivano dal Pnrr (il finanziamento dell'intera operazione sui mercati è di 31 milioni), con Comune e Città metropolitana di Cagliari vincolati al rispetto dei tempi sulla base di un accordo siglato con il ministero dell'Interno il 31 maggio del 2022. Il 23 dicembre è stato bandito l'appalto per la realizzazione del “mercato” provvisorio. L'importo a base di gara era di 5.673.000 euro. Quattro mesi ed ecco l'aggiudicazione: vince il raggruppamento temporaneo costituito da ConsCoop di Forlì come mandataria, quindi una sorta di capogruppo, e dalla sarda ProfilSider nel ruolo di mandante. Con una valutazione di 83,01 punti su 100 e ribassi del 30% sulla progettazione e del 3,36% sui lavori. Una struttura provvisoria che, tra intervento e oneri sulla sicurezza, avrà un costo presunto di poco meno di 5,5 milioni. Più Iva.

La struttura

Nelle carte si legge che «è stato predisposto un progetto di fattibilità tecnica ed economica con un livello di definizione piuttosto elevato al fine di condizionare in maniera significativa la progettazione definitiva». Era previsto un vincolo non aggirabile: la piazza piastrellata non può sopportare un peso superiore a 600 chili per metro quadro. E si è optato per una soluzione «ispirata ai box prefabbricati» ma facendo in modo che la prefabbricazione fosse «limitata agli elementi costruttivi interamente scelti tra la produzione ordinariamente messa in commercio», che i box «potessero essere realizzati in situ» e che venisse garantita «la copertura contestuale degli spazi destinati alla vendita e ai percorsi dell’utenza senza ulteriori sovrastrutture aggiuntive». C'era fretta. E il preliminare arriva a definire anche modalità e materiali di interconnessione fra travi e caratteristiche dei bulloni. Rilevante il dettaglio su tutte le infrastrutture necessarie per garantire operatività e condizioni igienico-sanitarie ottimali. Ma dalla carta alla pratica sono emerse criticità.

Le criticità

I parcheggi, innanzitutto. Scrivono dal Comune: «La sostituzione di una piazza fruita saltuariamente e prevalentemente da cittadini che non utilizzano il veicolo per arrivarci, ovvero per manifestazioni culturali principalmente serali o notturne, stravolgerà pesantemente le modalità di utilizzo della viabilità limitrofa con un sensibile aggravio nelle ore mattutine». Agli operatori, con mezzi più bassi di 2 metri, è assicurato uno stallo nei parcheggi sotterranei. Dal Municipio assicurano che verranno aperti quelli mai utilizzati perché inagibili e saranno destinati ai clienti: Il Ctm, che li gestisce attraverso Parkar, per ora non commenta. I titolari dei box inoltre contestano la destinazione di un solo scarico per quattro box, che non garantirebbe un buon deflusso dell'acqua. E, soprattutto, non c'è l'accordo sulle spese per la climatizzazione: il Comune le vuole accollare ai commercianti. Ma si prevedono enormi. In più, gli split verrebbero spenti alla chiusura e accesi alla riapertura, per evitare sprechi. I box rischiano di essere gelidi nelle mattine d'inverno e roventi in quelle d'estate.

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