Un grido di dolore inascoltato, una famiglia smembrata e un 12enne che, disperato, scrive alla sorella maggiore: "Non ce la faccio più, voglio stare con voi".

È la storia di Bruno (nome di fantasia), finito in affidamento a una famiglia in Emilia Romagna, dove è stato spedito per decisione del Tribunale dei Minori di Cagliari. La sua sorellina, di un anno più grande, l'anno scorso aveva raccontato di aver subito dei maltrattamenti nella stessa famiglia affidataria: "E invece di indagare a fondo sul suo malessere - spiega Francesco Miraglia, l'avvocato contattato dalla sorella maggiore di entrambi i bambini - quasi fosse una punizione, i Servizi sociali l'hanno spedita da sola in una casa famiglia".

In quel luogo, però, la situazione è ulteriormente peggiorata e la ragazzina è arrivata a tagliuzzarsi la pelle in atteggiamento autolesionista.

Lo stesso disagio che ora vive Bruno, che ha sottratto il telefonino alla madre affidataria per scrivere alla sorella maggiore: "Mi mancate troppo. Non ce la faccio più. Non vedo l'ora di avere 18 anni per venire da voi". Ma nessuno sembra ascoltarlo, anzi: nonostante i messaggi siano finiti sul tavolo del tribunale all'udienza di qualche giorno fa, a Cagliari, il bambino resta in Emilia. La sua colpa? Aver dichiarato che con quelle persone stava bene ma, ha poi chiarito alla sorella più grande: "l'ho detto perché altrimenti mi avrebbero messo in una comunità diversa da quella della nostra sorellina".

Ora la maggiore dei tre si è rivolta al legale per riavere con sé i due fratelli: "Lavora - dice l'avvocato - ed è inserita in un contesto positivo, che le consentirebbe di accudirli amorevolmente e di provvedere alle loro necessità senza problemi". Eppure il tribunale insiste e aggiunge che il bambino è già stato adottato, "senza però dire quando l'adozione sarebbe avvenuta - dice ancora il legale -. Nei documenti in nostro possesso risulta solo in affidamento" e ancora non è trascorso l'anno previsto dalla legge per l'abbinamento minore/famiglia al termine del quale può essere emesso il decreto di adozione.

"Mi domando che comportamento stiano tenendo i giudici - conclude Miraglia - e perché non si prendano la briga di ascoltare direttamente questi due ragazzini, riportandoli come prima cosa in Sardegna". E ancora: "Cosa sta facendo la Procura? È l'ennesimo caso in cui tutto si fa tranne l'interesse dei minori".

Se nulla accadrà, è la posizione del legale, "ci rivolgeremo al ministero chiedendo che invii degli ispettori per verificare la correttezza dell'operato del Tribunale dei Minori di Cagliari".
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