Il 10 dicembre 2006, all’età di 91 anni, moriva Augusto Pinochet.

Il suo nome è sinonimo di dittatura.

Quella che instaurò, in Cile, fu una delle più spietate e sanguinarie dell’età contemporanea.

Generale ultraconservatore e ferocemente anti-comunista, prese il potere guidando, nel 1973, un colpo di Stato per abbattere il presidente appena eletto Salvador Allende.

Il regime da lui instaurato, con il favore degli Usa del presidente Richard Nixon, mise in atto una spregiudicata politica economica liberista, annullando al contempo il confronto democratico e imbavagliando qualsiasi forma di opposizione.

Di più: contestatori e dissidenti furono sistematicamente uccisi o costretti all’esilio.

Fino al 1990, quando accettò di cedere lo scettro per consentire nuove elezioni, sono stati accertati non meno di 3.500 omicidi, oltre a migliaia di desapericido di cui non è mai stata appurata la sorte e altrettanti cittadini costretti all’esilio.

Nel 2002 Pinochet venne arrestato nel Regno Unito per essere processato per crimini contro l’umanità.

Ma non si sedette mai sul banco degli imputati, per motivi d’età e di salute.

Morì impunito, esattamente 11 anni fa.

(Redazione Online/l.f.)

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