Il 12 agosto 1979 dal carcere dell'Asinara - dopo quindici anni dalla sua apertura - evadono due detenuti - i primi - e il penitenziario perde la sua inviolabilità.

Sono Giampiero Aimo e Abbate Santo, e l'unica certezza è che uno dei due è annegato. È stato ripescato in mare da due sub al largo di Castelsardo, trasportato dalle correnti del golfo.

Del compagno in fuga si perdono subito le tracce: ma c'è del mistero anche su di lui. È vivo o morto?

La vittima accertata si chiama Giampiero Aimo, aveva 21 anni, stava scontando una condanna per rapina e sarebbe tornato libero nel giugno 1986.

"Il disperso - riporta il 13 agosto 1979 L'Unione Sarda - si chiama (così si è appreso) Santo Abbate. Non si sa null'altro", chiosa il giornalista.

Qualche giorno dopo si scopre che l'annegato "è forse legato a Renato Curcio, storico capo delle Brigate rosse".

Per giorni e giorni nessuna notizia filtra dal supercarcere, il direttore Luigi Cardullo è introvabile.

Continuano le ricerche e i carabinieri non escludono nessuna ipotesi.

Dal carcere, che è stato dismesso nel 1998 (nel 2002 l'intera isola è stata dichiarata Parco nazionale dell'Asinara) un altro detenuto riesce ad evadere diciannove anni dopo: il sequestratore sardo Matteo Boe.

(Redazione Online/s.a.)

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