Il patrimonio delle persone più ricche al mondo è aumentato di oltre un quarto durante la pandemia, proprio mentre milioni di persone perdevano il lavoro o lottavano per tirare avanti. A rivelarlo un rapporto della banca svizzera Ubs, di cui riferisce il Guardian.

Grazie soprattutto alla capacità di sfruttare le turbolenze dei mercati, le ricchezze complessive dei già miliardari sono salite a 10.200 miliardi di dollari, (circa 8.677 miliardi di euro), con un aumento del 27,5% tra aprile e luglio 2020, al culmine dell'emergenza coronavirus.

La pandemia ha portato più miliardari (2.189 contro i 2.158 del 2017) e più ricchi: a fine 2017 il loro patrimonio globale era di 8.900 miliardi di dollari (circa 7.572 miliardi di euro).

"Hanno fatto buoni affari durante la crisi causata dal Covid-19 - il commento di Josef Stadler, capo del dipartimento Ubs che tratta con le persone più ricche del mondo - perché non solo hanno cavalcato la tempesta al ribasso, ma hanno anche guadagnato con il rimbalzo dei mercati azionari.

Il loro segreto, una maggiore propensione al rischio che li ha portati ad acquistare azioni mentre i mercati mondiali affondavano, rivendendole poi al rialzo e compensando così rapidamente le perdite.

Secondo Luke Hilyard, direttore esecutivo dell'High Pay Center, un thinktank dedicato alle alte retribuzioni, l'attitudine è però tutt'altro che da invidiare. A suo giudizio, infatti "l'estrema concentrazione di ricchezza è un brutto fenomeno dal punto di vista morale, ma è anche economicamente e socialmente distruttivo". I loro guadagni infatti, se non si traducono in aumenti delle paghe dei dipendenti, aumentando il potere di acquisto, o nel versamento di tasse adeguate, in grado di sostenere servizi pubblici vitali, finiranno per paralizzare l'economia, dimostrando che "il capitalismo non funziona come dovrebbe".

(Unioneonline/v.l.)
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