Segnali positivi per il mercato del lavoro in Sardegna arrivano dall'Aspal, l’agenzia regionale specializzata nell’occupazione: il 2022 potrebbe essere l'anno della svolta.

I dati dell'ultimo rapporto mostrano che i principali indicatori si attestano su valori molti simili e in alcuni casi anche superiori a quelli del 2019, ovvero al periodo pre-pandemia.

"I dati del report evidenziano una ripresa nel 2021 e questo, seppur con tutta la cautela del caso, fa ben sperare per il 2022. L'Aspal continuerà a monitorare il mercato del lavoro e a portare avanti tutte le politiche necessarie per consolidare questo trend positivo", ha dichiarato Maika Aversano, direttrice generale dell'Aspal.

L'analisi mette in evidenza come le posizioni a tempo determinato, che nel 2020 avevano registrato un calo del 22%, siano in netta ripresa nel 2021 con un +4%.

Invariate invece le posizioni a tempo indeterminato, grazie al blocco dei licenziamenti e al massiccio ricorso alla cassa integrazione.

Il settore degli alberghi e dei ristoranti nel 2020 è quello che ha subito la flessione maggiore (-8% rispetto al 2019), con un -1% nel 2021. Stabile l'industria, mentre è cresciuto significativamente il settore delle costruzioni, grazie agli incentivi statali relativi ai bonus per l’edilizia: +6% nel 2020 e +19% nel 2021.

L'occupazione femminile è sempre più penalizzata rispetto a quella maschile (nel 2020 -5% in meno per le donne e -2% per gli uomini) e tende a recuperare più lentamente (0% contro il + 4% di quella maschile). Il report registra poi una buona tenuta occupazionale per chi ha titoli di studio più elevati.

Dal punto di vista geografico, nel 2020 le flessioni maggiori sono state rilevate nelle zone turistiche (Gallura, Baronia e in generale le aree costiere). Nel 2021 c'è stato un netto miglioramento in tutto il territorio, fatta eccezione per la zona del Sulcis. 

(Unioneonline/F)

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