Un report che descrive lo stato di crisi del comparto agricolo, le azioni svolte e le possibili soluzioni su cui si potrebbe ragionare per accompagnare un cambiamento tanto atteso da decine di migliaia di imprenditori. È quanto hanno consegnato Confagricoltura Sardegna e le sue quattro Unioni interprovinciali (Cagliari, Oristano, Nuoro-Ogliastra, Sassari Olbia-Tempio) ai Prefetti che operano in ambito regionale.

Un documento già presentato, per la prima volta, il 26 febbraio a Bruxelles, alla Commissione europea e al ministro Lollobrigida: dodici pagine in cui è riassunta un’analisi sulle criticità che interessano i macro-temi agricoli e sulle possibili soluzioni, frutto di settimane di confronti sui territori con aziende e tecnici, agronomi e veterinari che tutti i giorni operano nel settore della produzione primaria.

I temi affrontati nel report, che contestualizza la situazione attuale all’interno delle grandi crisi internazionali evidenziando le gravi conseguenze causate dal ritardo nei pagamenti dei premi agricoli, vanno dalla necessità di rivedere la Politica agricola comune (Pac), con un’attenzione verso le peculiarità del tessuto d’impresa presente in Sardegna, a una revisione della governance a partire dall’assetto organizzativo delle tre Agenzie regionali (Laore, Agris e Argea) e dell’Assessorato dell’Agricoltura.

Il report mette in evidenza anche l’opposizione di Confagricoltura, risultata vincente in seno alla Commissione, verso il sistema di etichettatura nutrizionale supplementare (Nutriscore), che voleva imporre l’inserimento di un codice capace di specificare dei valori diversi dalla dichiarazione nutrizionale obbligatoria presente nelle etichette dei prodotti alimentari. Confagricoltura si è inoltre rivolta all’Antitrust a difesa della Dieta Mediterranea, segnalando un bollino francese che poteva creare confusione nei consumatori. I rilievi formulati dall’organizzazione agricola sono stati ritenuti validi con una sentenza. Confagricoltura è poi intervenuta in sede UE con diverse proposte che spaziano dalla regolamentazione sull’uso degli imballaggi alla riduzione dei fitofarmaci, passando per la revisione delle norme sulle emissioni industriali e su quelle del ripristino degli ecosistemi degradati, così da migliorare la sicurezza alimentare raggiungendo gli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità.

Entrando più nello specifico delle criticità che interessano la Sardegna, il documento si è occupato della gestione dell’acqua e della sua migliore valorizzazione, ma anche del problema del dissesto idrogeologico; così come ha affrontato l’irrimandabile programmazione sulla gestione della fauna selvatica, diventata una piaga ormai fuori controllo nelle produzioni agricole di diverse realtà dell’Isola. Si sono analizzati poi i temi della continuità territoriale sulle merci e della rivoluzione energetica, che tanto interessa le campagne sarde. Sulla spinta dell’indispensabile innovazione tecnologica non poteva mancare un passaggio dedicato all’agricoltura 4.0 e alle numerose possibilità di sviluppo che può assicurare alle imprese la possibilità di mettere assieme tradizione e nuove conoscenze.

(Unioneonline/v.l.)

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