Sta già facendo discutere lo studio della prestigiosa università di Stanford secondo cui l'intelligenza artificiale è in grado di capire dall'immagine dei volti se le persone siano etero o omosessuali.

L'anticipazione data dall'Economist ha fatto il giro dei giornali di tutto il mondo, suscitando un misto di curiosità e inquietudine, per i risvolti etici e discriminatori, e per i pericoli che può provocare in termini di privacy.

Resta il fatto che l'algoritmo alla base del software VGG-Face Descriptor è riuscito ad "azzeccare" l'orientamento sessuale dell'80% degli uomini esaminati e del 74% delle donne, estratti da un campione di oltre 35 mila immagini.

La prova, secondo i responsabili della ricerca, che alla base delle nostre tendenze sessuali non ci sarebbero solo fattori legati al contesto in cui cresciamo, alla cultura o all'educazione che riceviamo, ma anche - o soprattutto - le caratteristiche ereditate attraverso il DNA. Da queste derivano appunto la fisionomia, le espressioni e la morfologia, che l'intelligenza artificiale sarebbe in grado di leggere e interpretare individuando la nostra predisposizione biologica verso l'eterosessualità o l'omosessualità.

Se il mondo accademico storce il naso e ribadisce l'importanza dei fattori ambientali nella definizione delle nostre tendenze sessuali, per la gente comune potrebbe risultare piuttosto antipatico ridurre una questione complessa e personalissima come la sessualità a dei parametri facciali.

Una direzione pericolosa, soprattutto in tempi di proliferazione di social network e di condivisione indiscriminata delle immagini personali.

(Redazione Online/b.m.)
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