Il 25 aprile ''io festeggerò cantando l'Inno di Mameli. Non ho nulla contro 'Bella Ciao', ma l'inno di Italia unisce''.

Sono le parole di Paolo Brosio in vista della prossima celebrazione del 25 aprile, e con riferimento alla proposta dell'Anpi di festeggiare la Festa della Liberazione dalle finestre e dai balconi esponendo il tricolore e cantando "Bella Ciao".

''Mio padre, Domenico Ettore Brosio - racconta il giornalista e conduttore - è nato a San Francisco. Fu arrestato dai nazifascisti in Piemonte dove si trovava con la sua famiglia e dove si era laureato con l'idea di tornare negli Stati Uniti e fu costretto, sotto falso giuramento e con una pistola puntata alla testa, a fare l'ufficiale per Mussolini e a tradire, quindi, il suo popolo. Quel giorno infatti andrò al cimitero degli anglo-americano per ringraziarli. Se non fosse stato per loro noi avremmo ancora i tedeschi in casa. Ne sono morti a migliaia per liberarci, non dimentichiamocelo!''.

"Dobbiamo ringraziare tutti i martiri che sono caduti per liberare il nostro Paese dal nazifascismo - tiene a precisare Brosio - Ringrazio anche tutti i partigiani, di tutti i colori politici, non solo i comunisti. I partigiani della liberazione erano anche di centro, democristiani, liberali e molti erano anche i fuoriusciti dall'esercito italiano che hanno imbracciato i fucili per combattere i tedeschi. Quelli non contano?".

"I tedeschi sono ancora una piaga - conclude poi tra il serio e l'ironico - prima con i fucili e oggi con l'euro''.

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata