Le premesse sono ambiziose, svelano subito intenzioni e orgoglio sconfinato. D’altronde, fino al 16 giugno tra le sale del museo Man di Nuoro la scena sarà soprattutto per quei 100 capolavori estratti dalla collezione permanente. Una selezione oculata, il meglio dell’arte sarda in vetrina.

Ecco “Le affinità immaginate”, a cura di Chiara Gatti e Rita Moro. Da Sironi a Delitala, passando per Maria Lai, Nivola, Biasi, Fancello, Ballero, Devoto e Pintori. La più grande raccolta d’arte moderna e contemporanea legata alla storia dell’Isola ammalia. Affonda nella memoria del luogo mentre apre l’orizzonte ai linguaggi delle giovani generazioni.

Partecipazione. È il tratto distintivo di una struttura museale che si apre al mondo e al tempo stesso tesse trame virtuose, con quel territorio di appartenenza che appare sempre in primo piano, alla base di qualsiasi ragionamento e condivisione. «Con il titolo di questa mostra ci ispiriamo alla nostra immaginazione, alla volontà di creare una nuova storia con i pezzi pregiati della collezione permanente del Man (composta da circa mille opere, ndr)», afferma la direttrice del museo nuorese, Chiara Gatti: «Per cui, da 100 capolavori abbiamo estratto e immaginato tante storie diverse. Tutto ciò è stato possibile attraverso accostamenti, affinità che sono immaginarie e immaginate. Sintesi e similitudini di forme, di colori; storie che si rincorrono nel tempo». La guida del Man puntualizza: «Per esempio, la stupenda opera di Costantino Nivola, Times Square, è accostata a un arazzo di Studio Pratha (realizzato con l’antico telaio dalle tessitrici di Sarule, ndr). Oppure, i fazzoletti, i costumi tradizionali delle opere di Ciusa Romagna dialogano con le tele dipinte di Maria Lai».

© Riproduzione riservata