Fotoreporter e artista: Triennale di Venezia arricchita dallo scatto di Ungari a Giorgino
Di rado, il giornalismo sconfina nell'arte. E quando accade, di rado gli è riconosciuto. Il talento del cagliaritano Giuseppe Ungari, 55 anni, fotoreporter (giornalista professionista) autore di molti dei migliori scatti pubblicati ogni giorno su L'Unione Sarda, quel riconoscimento lo avrà: da domani al 9 dicembre alla Triennale di fotografia italiana.
È collegata alla Biennale di Venezia e con Umam - Union Méditerranéenne pour L'Art Moderne, fondata nel 1946 da Henri Matisse e Pierre Bonnard. Non si è candidato, Ungari: l'hanno cercato loro, e lo scatto (qui sopra) sarà ammirato da molte migliaia di persone al Palazzo Ca' Zenobio di Venezia.
Ungari è a Giorgino: la scena è curiosa, l'inquadratura perfetta. Che ci fanno due pescatori che, su un gommone, tengono al laccio un cavallo in mare? Lui prima scatta, poi glielo chiede. In realtà non sono pescatori, ma fantini, e il cavallo è in mare perché il bagno ha effetti rilassanti quando l'animale è nervoso, dopo un lungo trasferimento su rimorchio. Insomma, è una terapia anti-stress.
Lo scatto di Ungari, però, non è solo questo: oltre alla scena inusuale, ci sono equilibri perfetti malgrado la rapidità d'esecuzione che la foto richiedeva. C'è la dinamicità dell'acqua mossa dall'animale, ma anche il rispetto della cosiddetta Regola dei terzi - applicata sia in orizzontale sia in verticale - sempre seguita dai pittori rinascimentali.
Sembra una foto, insomma, e lo è. Ma è anche un quadro, e Ungari si ritrova pittore nel catalogo della rassegna collegata alla Biennale di Venezia. Senza aver mai toccato un pennello.
Luigi Almiento