Dall’“immagine parallela” del maddalenino Carlo Battaglia, alla sincronicità del sassarese Pino Manos. Dalle sculture in marmo eppure sorprendentemente calde dello scultore di Orani Costantino Nivola alle opere polimateriche dell'artista di Ulassai Maria Lai. Inizia a diventare importante la sezione che la Pinacoteca Nazionale di Sassari dedica all'arte contemporanea, ampliando così una collezione che parte dal Medioevo.

Azione meritoria quella della direttrice Maria Paola Dettori che vuole dare spazio anche all'arte sarda della seconda metà del Novecento, obiettivamente poco conosciuta nell'Isola.

Negli ultimi mesi sono state acquisite due sculture di Nivola, dea madre e Costruttore, due di Maria Lai, Paesaggio e Cornice, degli anni '60. L'ultimo arrivo è "Spazio estroflesso rosso" di Pino Manos.

Sabato un attento pubblico ha seguito la presentazione dell'opera donata dalla vedova Paola Porta Manos, che ha ripercorso le vicende della carriera artistica e della vita dell'artista sassarese, capace di destare l'ammirazione dei galleristi di Parigi, Londra e New York. Un'opera che è contemporaneamente scultura, architettura e pittura. E che richiede una visione non distratta e fugace, in modo da rivelare quegli spazi infiniti che vanno oltre lo spazialismo di Fontana, conosciuto da Manos a Milano.

La sincronicità - secondo Manos - è uno stato dell'essere dove spazio e tempo, vuoto e pieno, reale e irreale, mutano continuamente nel loro opposto.

© Riproduzione riservata