Lo scorso 3 giugno Bauman è stato ospite del festival cagliaritano "Leggendo metropolitano". Ecco il resoconto della sua lectio magistralis, la penultima partecipazione a un'occasione pubblica in Italia. A ottobre è stato a Firenze.

Il Teatro civico di Castello non è stato in grado di contenere le centinaia di persone che avrebbero voluto assistere alla lezione del sociologo di origini polacche, Zygmunt Bauman. Ospite dell'VIII edizione del festival Leggendo metropolitano, diretto da Saverio Gaeta, ha parlato coi fortunati che sono riusciti a trovare posto nello spazio in cui è salito in cattedra. Simbolicamente, perché a dispetto dei suoi 90 anni, è rimasto in piedi, davanti al leggio. Secondo lo schema della lezione magistrale, Bauman ha tenuto la sua relazione sul rapporto tra la felicità e la società. <Sarete molto delusi se vi aspettate che io vi dica cosa sia la felicità. Proporrò più domande che risposte>, ha detto stendendo l'argomento. Citando Kant, Freud ha tuttavia definito due sentieri differenti da percorrere, due "categorie". Il primo risiede nel tentativo di eliminare il fastidio, ma il rischio è quello di approdare a una condizione di noia. La seconda strada, suggerita anche da Goethe, consiste nella capacità di apprezzare la felicità, che è comunque transitoria, solo se si è sperimentato e vinto il dolore.

Superato il preambolo, inquadrato il problema nella storia del pensiero, Bauman ha poi affrontato i temi che lo hanno reso celebre anche al pubblico dei profani, in particolare sul concetto di <modernità liquida>. L'insoddisfazione è propria della società dei consumi dove l'idea di un cliente felice è contraria alle logiche economiche che la ispirano. Il sociologo ha quindi riflettuto sul senso di solitudine e di isolamento degli individui rispetto alla comunità reale. <In Italia siete fortunati, perché i rapporti familiari, di vicinato, i vincoli di solidarietà ancora resistono. La Svezia è un paese più ricco economicamente, ma il 68% degli abitanti di Stoccolma vive da solo. Il consumo di antidepressivi cresce a dismisura>. In questa situazione i social media, il senso di alienazione che producono, hanno trovato terreno fertile. <Zuckerberg, il padre di Facebook, ha capitalizzato il timore della solitudine che affligge l'uomo contemporaneo>.
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