Pubblichiamo oggi la lettera di una giovane selargina volontaria in Madagascar per aiutare le popolazioni locali a costruirsi una professionalità e un futuro, senza dover emigrare.

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"Gentile redazione,

leggo spesso sulla vostra testata commenti dei lettori relativi al perché, molte associazioni umanitarie, non pensano di aiutare gli immigrati nei loro Paesi, limitando così i flussi di partenze anche per l’Italia.

In realtà le associazioni che lavorano duramente con queste finalità esistono, eccome, e io stessa ho il piacere di lavorare da due mesi a questa parte in Africa a favore delle popolazioni locali.

Mi trovo a Villa Mangigny, Nosy Be, in Madagascar, dove il turismo italiano è esploso letteralmente negli ultimi anni.

Il mio compito è quello di offrire corsi gratuiti di italiano aperti a tutte le età, per favorire lo sviluppo di opportunità lavorative proprio nel campo del turismo.

Un’esperienza bella, coinvolgente e stimolante, che è anche l’unico modo, qui, per offrire delle chance a chi non ha nemmeno 25 euro l’anno – questo il costo previsto – per pagarsi un’istruzione.

Voglio condividere con voi queste poche righe per farvi capire che le iniziative di solidarietà, anche in loco, esistono. Certo sarebbe bello se non fossero limitate al solo buon cuore e all’entusiasmo dei volontari, ma potessero essere abbracciate in modo più allargato per portare dei benefici in modo davvero sostanziale, perché quello che riscontro nelle popolazioni locali non è certo lassismo, ma una grande voglia di imparare e di costruirsi un futuro".

Marzia di Selargius, dal Madagascar

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