«Cara Unione,

sono un operaio della Portovesme Srl, fra i tanti costretti alla cassa integrazione secondo il provvedimento recentemente annunciato dall’assessora Lai.

Lavoro in questa fabbrica da circa 10 anni e fino ad oggi non avrei mai creduto di trovarmi in questa situazione: la tanto annunciata cassa integrazione, che secondo le parole dell’assessora dovrebbe “mettere in sicurezza i dipendenti”, non ci fa certo vivere ma piuttosto sopravvivere. E purtroppo non c’è nemmeno nulla da argomentare, diversamente l’azienda farà centinaia di esuberi.

Mi ritrovo oggi con una famiglia che non so purtroppo più come mandare avanti. E con la delusione, dopo dieci anni di lavoro, di essere trattato come una marionetta.

L’unico augurio che posso farmi è che la Sardegna non si dimentichi di noi operai. Non lasciateci soli.

Grazie per l’attenzione».

Lettera firmata*

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