Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore sul Giro d'Italia in questi giorni in Israele, una scelta discussa ma a suo avviso coraggiosa e realizzata nel segno della fratellanza e della riconoscenza fra popoli.

***

"Gentile redazione,

seguo in questi giorni con grande interesse le tappe del Giro d'Italia da Israele.

Una decisione, quella di far partire la nostra storica competizione così lontano, che ha fatto molto discutere, parlando anche di 'operazione di distrazione di massa' delle autorità israeliane, ma che a mio avviso è positiva, mostrando la capacità degli organizzatori di aprirsi al mondo e innovare.

Non solo. La scelta in questione, poi, di partire da Israele in questo momento storico, l'ho trovata molto coraggiosa, un esempio di come lo sport possa sposare la fratellanza. E la riconoscenza.

Gino Bartali, il "Giusto dei giusti", insignito con l'occasione della cittadinanza onoraria, credo sia stato un bellissimo gesto. Un omaggio a quel campione che, con la scusa degli allenamenti e grazie alla sua fama, in un anno fece più di 40 viaggi fra Firenze e Assisi portando nascosti nella canna della sua Legnano i documenti che avrebbero salvato tanti ebrei dalla deportazione.

'Certe medaglie si appendono all'anima e non alla giacca', diceva il 'Ginettaccio' che mai volle rivelare quanto aveva fatto in tempo di guerra.

E chissà che questo nuovo riconoscimento e questo giro coraggioso non riescano a toccare tante persone proprio lì, dove gli occhi non possono arrivare.

Io voglio leggerla in questo modo, e mi godo le splendide immagini in tv di questi giorni".

A. Lorrai - Cagliari

***

Potete inviare le vostre lettere e segnalazioni a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)
© Riproduzione riservata