Volevano assaltare a colpi di pale eoliche il proscenio prenuragico di Pranu Muttedu, il villaggio megalitico a valle del grande lago del Mulargia, in terra di Flumendosa. Un paesaggio esclusivo, intreccio arcaico tra ambiente selvaggio e segni antichi della grande civiltà del Popolo Sardo. Luoghi senza futuro, secondo i profittatori del vento, venuti anche stavolta da molto lontano. Come avevano già fatto in lungo e in largo per la Sardegna, anche qui pensavano di far girare il totalizzatore degli incentivi di Stato, intercettando le raffiche che da sempre, in questo luogo intriso di spiritualità antica, sagomano crinali, levigano l’orizzonte e “spettinano” lecci e ginepri secolari. Gli è andata male, per oggi e, con ogni probabilità, anche per il futuro. La sentenza di ieri sera del Tar Sardegna non è una decisione occasionale. I Giudici amministrativi non solo hanno scritto una pietra tombale per quelle pale eoliche che avrebbero sfregiato per sempre quel luogo intriso di storia antica e natura incontaminata, ma hanno vergato un capitolo decisivo nel futuro dell’Isola. Ciò che non sono riusciti a fare politica e istituzioni a tutti i livelli, lo stanno facendo i togati del Tribunale Amministrativo della Sardegna.

Verdetto “costituzionale”

Non semplicemente un verdetto, ma un pronunciamento che assume per molti versi un valore “costituzionale”, mettendo nero su bianco una delle più autorevoli, illuminate e moderne interpretazioni della Carta delle leggi. Una sentenza preceduta da una lettura attenta di tutti i valori impressi in quella Costituzione che ancor oggi sembra rappresentare l’ultimo baluardo di buon senso e lungimiranza. Quel che fanno i Giudici del Tar, con la sentenza datata 5 aprile 2024, è un bilanciamento oggettivo e puntuale di quei capisaldi introdotti dai Costituenti e innovati di recente in tema di ambiente.

Il quesito: chi prevale?

Il tema dirimente si può sintetizzare con un quesito: vengono prima le energie rinnovabili, pale eoliche e pannelli fotovoltaici, o l’ambiente e la storia della civiltà sarda? La risposta del Giudice Gianluca Serra, estensore della sentenza, del Giudice Consigliere Oscar Marongiu e del Presidente del Tar in persona, Marco Buricelli è destinata a segnare il futuro dell’Isola. Il passaggio è circoscritto in pochi concetti: «Invero, il “territorio”, quale componente dell’“ambiente”, costituisce il medesimo oggetto di disciplina, assumendo peraltro, nella sua veste culturale ed identitaria, la connotazione di “paesaggio”, evocativo di altri valori costituzionali sottesi (artt. 9 e 32 Cost.) e di altri interessi da comporre». In sintesi: è vero che le energie rinnovabili sono importanti, ma non possono in alcun modo prevalere o peggio essere totalizzanti sugli altri valori costituzionali, quale il paesaggio, l’ambiente, la cultura e l’identità di un popolo. E sono gli stessi Giudici a definire irrilevante ogni altra giurisprudenza che non tenga conto di questi valori: «il bilanciamento compiuto e la motivazione resa in concreto in ordine ai singoli aspetti di incompatibilità ambientale del progetto, segnatamente sotto il profilo del rapporto con la tutela archeologica e paesaggistica, determinano l’irrilevanza, ai fini della valutazione di fondatezza del ricorso, della giurisprudenza ampiamente richiamata dalla parte ricorrente circa la necessità che la tutela del patrimonio culturale non abbia una portata totalizzante». Come dire: il punto di equilibrio per i Giudici non è mettere qualche pala in meno e “sacrificare” un pò di nuraghi e menhir, come avrebbero voluto i tre fratelli di Bolzano Ernest, Thomas e Josef Gostner, titolari del progetto e della Società Green Sardegna 2 srl che ha proposto lo scempio. Il bilanciamento è dato, dunque, dalla salvaguardia assoluta di quei beni tutelati esplicitamente, e in maniera intrinseca, dalla Costituzione. Ai Magistrati di piazza del Carmine, sede del Tar Sardegna, non ha preoccupato nemmeno la valanga di norme che governi e parlamento hanno varato nel tentativo di facilitare l’assalto eolico, in Sardegna prima di tutto. E lo dicono senza troppi preamboli: «le effettive semplificazioni introdotte… non hanno affatto comportato l’affermazione che la tutela dei valori culturali e paesaggistici assume rispetto a tale interesse valore recessivo, restando la loro tutela affidata alle valutazioni – connotate da margini di discrezionalità tecnica pressoché insindacabili dal giudice amministrativo – degli organi competenti”.

Soprintendenza docet

Il concetto è chiaro: se la Soprintendenza, come nel caso del villaggio prenuragico di Pranu Mattedu a Goni, ha ritenuto a rischio il patrimonio paesaggistico e archeologico dell’area, nessuno può sindacare quella valutazione se non sotto i profili di logicità, coerenza e completezza del giudizio. E i responsabili del Ministero della Cultura erano stati precisi nel bocciare senza appello il progetto dei Gostener: «la visibilità dell’impianto è rilevante e difficilmente mitigabile. Sulla breve distanza, l’istallazione degli aerogeneratori interrompe la prospettiva aperta e caratteristica del paesaggio dal sapore arcaico, arricchito della presenza dei presidi nuragici, i quali si attestano, massimamente, sulle alture o ai bordi dei dirupi degli altipiani; la presenza delle torri, di altezza pari ai 200 metri, depaupera di fatto la struttura dei quadri paesaggistici godibili».

Attacco a Pranu Muttedu

Sotto attacco – secondo la Soprintendenza - sarebbe finito il più importante dei siti archeologici dell’area: «la presenza delle torri eoliche alte 200 metri è rilevante soprattutto in riferimento all’importante sito di Pranu Muttedu (candidato nella tentative list dell’Unesco) sul quale incombono in maniera insostenibile, sia per ciò che concerne il grado oggettivo di percettibilità e sia anche per ciò che concerne l’alterazione del “paesaggio culturale” che qualifica l’area, caratterizzato dall’unione inscindibile dell’opera dell’uomo preistorico/protostorico con il paesaggio di alta naturalità che ancora oggi si conserva». La sentenza è già negli annali: «Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come proposto, lo rigetta». L’istituzione sarda, difesa da Mattia Pani, Avvocato Generale della Regione, con i colleghi Andrea Secchi e Giovanni Parisi, porta a casa un successo decisivo e rilevante che segna un nuovo stop allo sfrenato assalto eolico alla Sardegna: per il Tar Sardegna il patrimonio ambientale, naturalistico, archeologico-identitario dell’Isola sono valori costituzionali non negoziabili. Con buona pace dei signori del vento venuti da Bolzano.

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