"Condotta scorretta". È questa l’accusa con cui la Uefa ha messo sotto indagine il presidente della Roma, James Pallotta, per le frasi rivolte agli arbitri dopo la partita, valida per le semifinali di Champions League, contro il Liverpool del 2 maggio.

Il giorno del giudizio, raccontano a Nyon, è programmato per il 31 maggio: cinque giorni dopo la finale di Champions.

"Certe manifestazioni, senza Var, rischiano di essere uno scherzo": questa è una delle frasi incriminate.

Al momento, di reazioni dal club giallorosso alla notizia non ne sono arrivate. Dalla Capitale i segnali che arrivano sono di massima prudenza. Così come le dichiarazioni dello stesso Pallotta, il giorno dopo al match contro i Reds, dove il presidente ha tentato di smorzare i toni, nonostante l'idea di fondo rimanga la stessa della frase incriminata: "Ho visto il secondo tempo nella stanza degli allenatori, e ho visto delle interessanti 'non chiamate'. So che gli arbitri fanno degli errori e so anche che poi se ne rendono conto, ma questi si possono risolvere con il Var".

Insomma un discreto passo avanti rispetto le dichiarazioni a caldo, nell'immediato post partita: "È assolutamente inaccettabile quello che abbiamo visto", aveva detto il patron del club, attaccando la terna arbitrale: "Avete tutti visto le immagini, se ne sono accorti tutti tranne gli ufficiali di gara in campo. È assolutamente indispensabile l'utilizzo della Var, altrimenti si rischiano figuracce come questa e addirittura si rischia di scadere nel ridicolo".

(Unioneonline/DC)

IL RACCONTO DELLE SEMIFINALI DI CHAMPIONS:

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