Il Cagliari lo ha aspettato per mesi. Lui, Gregory Van der Wiel, si era perso tra infortuni e una condizione impresentabile. Oggetto misterioso. Sabato, finalmente, è riapparso dalle nebbie.

E su Instagram, dopo una serie di foto da turista e fotomodello, ecco un post calcistico: "Dopo un inizio difficile, abbiamo dimostrato grande carattere e determinazione per rientrare in partita. Orgoglioso di questa squadra!".

FALSA PARTENZA - È il 33', Faragò chiede il cambio. Lopez non ci pensa troppo: "Greg, tocca a te". Un cambio che spiazza anche lo speaker: "Il Cagliari sostituisce il numero 16 Faragò con il numero 12 Miangue".

E invece no, lì a destra riecco l'olandese dal passato glorioso e dal presente rossoblù, con la maglia numero 2. Uno stop sbagliato e i tifosi brontolano, un appoggio sul fondo e arrivano i fischi. Ma VDW risponderà a modo suo.

LA SCINTILLA - La scintilla tanto attesa. Niente di paragonabile a quel ragazzo che, nel 2010, aveva giocato da titolare una finale dei Mondiali con l'Olanda contro la Spagna. Però Van der Wiel si è messo a giocare. Palloni accarezzati e ripuliti, il braccio alzato a richiamare i compagni.

E quel cross per Pavoletti che somigliava tanto a un cioccolatino, pochi istanti prima del 2-2. Anche il match-report della Lega ha fatto capire che Greg è tornato. Col Genoa 45 minuti da zero totale a tutte le voci. Sabato un assist, tre cross, una palla persa e anche un fallo fatto. "Alla qualità, che sappiamo ha, ha aggiunto intensità", la sentenza di Lopez a fine gara.

VDW C'È - Van der Wiel ha lasciato parlare il pallone, tracciando un solco sulla fascia destra. Qualità, tantissima, quella che aveva incantato gli sceicchi del Psg quando lo prelevarono dall'Ajax. E che poi lo ha portato in Turchia, al Fenerbahçe. Dove però è rimasto al buio. Appena 11 presenze. Cagliari l'occasione per provare a ricominciare.

"Voglio tornare a divertirmi". Ma una caviglia malconcia lo ha tenuto fuori per due mesi. Poi l'esordio col Genoa, 45 minuti da dimenticare. Con Lopez VDW è ripartito da zero. Inguardabile e impalpabile in coppa, come i compagni. Poi ecco la Samp. E riecco Van der Wiel.
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