Il rigore decisivo sul suo piede.

Andrea Cossu si è presentato sul dischetto, ha mandato il portiere del Palermo da una parte, il pallone dall'altra e il Cagliari al 4° turno di Coppa Italia. Non male per uno che, a 37 anni, era già stato inserito nella lista degli ex calciatori.

Cossu si è ripreso la scena, proprio a una settimana dalla sfida delle sfide, quella con la Juve. Dalla coppa al campionato.

IL RITORNO - Il tempo di riscaldarsi, regalare qualche pallone durante i supplementari e poi sigillare la qualificazione col rigore decisivo. Il primo passo per dimostrare che la scelta di rimettersi il rossoblù sulle spalle non è solo una di quelle storie da raccontare per ridare un cuore al mondo del calcio. E neanche una strizzatina d'occhio alla curva in cui è nato e cresciuto.

Cossu e il Cagliari, la storia di una bandiera che non poteva essere ammainata in quel modo: 17 minuti in campo a Verona con il Chievo, l'espulsione e le ultime cinque partire a osservare la retrocessione del suo grande amore. Due anni in Gallura per leccarsi le ferite prima di rispondere alla chiamata del presidente Giulini, una promessa fatta e mantenuta: "Se vuoi, puoi tornare e chiudere la carriera a Cagliari". Neanche il tempo di pensarci e Andrea è tornato a casa.

NEL SEGNO DEL BIANCONERO - È la terza vita in rossoblù di Andrea Cossu, il folletto che sa regalare al pallone le traiettorie impossibili, quelle che pochi umani riescono anche solo a immaginare. E ancora una volta, Cossu rinasce in rossoblù nel segno della Juventus. Come quando tornò a Cagliari, nel gennaio del 2008. La sua prima volta era durata un anno, stagione 2005/06: 22 partite, con Sonetti che lo vedeva come buon ricambio sull'esterno. Il saluto alla sua terra, il trasferimento a Verona e poi il richiamo.

Il Cagliari in fondo alla classifica aveva bisogno di lui. E il riesordio avvenne proprio a Torino. Contro la Vecchia Signora.

Il 3 febbraio 2008 Ballardini se lo porta in panchina, ma durante la settimana aveva iniziato a ritagliargli addosso l'abito da trequartista. Nell'intervallo, la decisione di mandarlo in campo. Cossu entra e accende le luci del Delle Alpi, mandando in bambola i bianconeri. Finisce 1-1, una settimana dopo il 2-1 al Napoli che appartiene alla leggenda. Andrea si prende il Cagliari e non lo molla più.

STORIE IN BIANCO E NERO - Un anno dopo, il 31 gennaio, ancora a Torino e ancora Cossu. Con quella maglia rossa che, quasi certamente, verrà rispolverata sabato sera. Un'altra storia.

È il Cagliari che va al Max, quello di Allegri. E lui, il piccolo genio col 7 sulla schiena, regala a Jeda la palla del provvisorio 2-2, che diventerà una vittoria pochi minuti dopo. Cose che non si vedevano dai tempi di Riva Luigi da Leggiuno e che non si sono viste più. E siccome Cossu a Torino con la Juve si diverte, eccolo lasciare ancora il segno il 15 gennaio del 2012. È il primo anno dello "Stadium" dove i bianconeri travolgono tutto e tutti. Non il Cagliari, non Cossu, che al 3' della ripresa trova l'angolo giusto per infilare Buffon, fissare l'1-1 e andare a esultare sotto la curva bianconera. Sabato un ritorno dove pensava che non avrebbe più giocato. Con il sogno di scrivere un'altra storia.
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