Lascia il calcio giocato con la maglia della Roma consapevole che il suo mito rimarrà per sempre, e non solo nei cuori dei tifosi giallorossi. Perché l'icona Francesco Totti ha avuto un quarto di secolo per affermarsi nell'immaginario collettivo, di chi il calcio lo segue da appassionato e di chi non si cura di faccende di pallone, ma ama l'estro, la fantasia, il talento che si dà agli altri e strappa - giocata dopo giocata - un sussulto al cuore.

Il calcio di Totti è (era?) così: classe pura. Lo sanno bene i 70mila spettatori che da settimane hanno deciso che per la gara contro il Genoa non sarebbero mancati per nulla al mondo, mandando verso il tutto esaurito le biglietterie in un battito di ciglia.

C'è da onorare il campione, spesso quest'anno messo in un angolo dalle esigenze pragmatiche di un allenatore come Luciano Spalletti, che comunque oggi si gioca molto, l'accesso diretto alla Champions League dopo un campionato corso a mille all'ora (dietro a una Juventus imprendibile).

Sarà una giornata di festa in ogni caso, nonostante lo stesso Spalletti abbia detto che, in caso di sconfitta, di sarà poco da festeggiare. Ma queste sono considerazioni che non contano quando di mezzo c'è il saluto a una delle ultime "bandiere" del nostro calcio.

Totti è stato anche questo, il giocatore con cui - Daniele De Rossi, "capitan futuro", dixit - "è stato un onore giocare". Un pensiero, tra l'altro, condiviso da compagni di squadra e avversari.

E come fare a non credere loro?

Un onore, ma anche un privilegio, come ricorda il presidente giallorosso James Pallotta, che non vede l'ora di prendere parte al rito e "assistere alla fine del primo volume di una carriera leggendaria. Non è necessario spiegare cosa significhi Totti per la Roma o per la città di Roma", ha detto ancora. "Quando abbiamo pensato per la prima volta di investire in questo Club, sono due le cose che ci hanno immediatamente colpito: Francesco Totti e l'incredibile tifo che circondava la squadra. Con chiunque parlassi, che fosse un tassista, un cameriere, o un tifoso incontrato per strada, era lampante la devozione dei romani nei confronti di Totti. Per loro, non era solamente il più grande attaccante della storia del calcio italiano. Mi dicevano che si rivedevano in lui: un vero romano, un tifoso che li rappresentava sul terreno di gioco".

E il futuro? Beh, citando un grande come Joe Strummer dei Clash, potremmo dire che "il futuro non è scritto". Men che meno per uno come Francesco Totti.

Totti pronto a lasciare la "sua" Roma: storia di una leggenda
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Al suo esordio da titolare alla Roma, dicembre 1993
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Ai tempi dei Giovanissimi della Lodigiani, 1989
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Il primo gol in Serie A, contro il Foggia (settembre 1994)
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"6 unica!", la dedica romantica alla moglie Ilary Blasi
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Un'azione
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In campo negli anni Novanta
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Con Pierluigi Casiraghi
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La festa al Circo Massimo con la Coppa del mondo (2006)
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Con la sua spontaneità ha conquistato il pubblico dell'ultimo Sanremo
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E un messaggio al capitano è arrivato anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, con un video su Twitter:

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