Un naufragio, tanti interrogativi. Il Cagliari gioca a Roma una partita sconcertante, perde 4-1 contro una Lazio per nulla trascendentale e lascia sgomenti i propri tifosi. Nove gol incassati in due gare, errori in attacco, svarioni in difesa.

Se dopo la sconfitta con la Fiorentina era lecito attendersi una reazione, la risposta dei rossoblù sotto la pioggia dell’Olimpico è stata molto negativa. Non bastano a giustificarla gli errori arbitrali (ammesso che siano tali), ad attenuarla la buona volontà, il tardivo predominio territoriale, le tante occasioni da gol create, unico dato che fa almeno bene sperare.

Il Cagliari era partito bene, ma l’incredibile rete concessa a Keita dopo poco più di cinque minuti ha rovinato tutto. Due errori di Borriello e Melchiorri hanno fatto da premessa al raddoppio laziale, su rigore molto molto dubbio (ma ce n’era forse uno più netto in precedenza su Parolo). A quel punto il Cagliari ha visto i fantasmi della gara con la Fiorentina e ha regalato con un altro incredibile svarione la seconda rete personale a Immobile.

Sul tre a zero la gara era virtualmente finita all’intervallo, anche se il risultato stonava con quanto di buono fatto vedere in attacco dai rossoblù, privi di Sau e di Gennaro (sostituiti da Melchiorri e Barella) e con Murru capitano.

Nella ripresa, tutto facile per la squadra di Inzaghi. L’ultima chance di riaprire la partita era per Borriello, che calciava svogliatamente a lato il rigore assegnato in modo dubbio (il fallo su Melchiorri comincia fuori aria) da un Celi in serata no.

A completare il disastro rossoblù, l’infortunio al ginocchio sinistro per Murru, rilevato da Capuano. Rastelli approfittava della gara ormai chiusa per far giocare mezz’ora abbondante a Dessena, in campo dopo un anno al posto di Isla.

La quarta rete di Anderson con la difesa immobile e l’autorete di Wallace servivano soltanto a fissare il 4-1 finale per la Lazio, in un Olimpico semideserto.

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