La Russia non parteciperà alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro in programma dal 7 al 18 settembre.

Il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha infatti respinto il ricorso di Mosca contro l'Ipc, il Comitato Paralimpico Internazionale, che 16 giorni fa, forte delle ulteriori prove emerse dal rapporto McLaren sul doping di Stato, ha ufficializzato all'unanimità l'esclusione dai Giochi del Comitato paralimpico russo "con effetto immediato a causa dell'incapacità di adempiere alle proprie responsabilità associative e in particolare all'obbligo di rispettare il codice antidoping dell'Ipc e il codice mondiale antidoping, di cui è anche uno dei firmatari".

Secondo il Tas, la decisione dell'Ipc "è proporzionata ai fatti" e in più la Russia "non ha allegato alcuna prova che contraddica" quanto emerso nelle scorse settimane. L'Ipc ha deciso di spingersi là dove non è arrivato il Cio, che a parte l'atletica, ha lasciato alle singole Federazioni russe la possibilità di scegliere i propri atleti ritenuti puliti per le Olimpiadi di Rio.

Secondo l'Ipc, invece, il rapporto McLaren proverebbe l'esistenza di un sistema russo così corrotto da non poter essere più ritenuto affidabile, con 35 casi positivi in discipline paralimpiche insabbiati in un arco temporale di 4 anni.

"Continuano gli attacchi contro lo sport russo. Escluderci dalle Paralimpiadi è una decisione doppiamente cinica, perché stiamo parlando di persone che ogni giorno provano a superare se stesse. È un colpo per tutte le persone disabili". È la posizione assunta su Facebook dal premier Dmitri Medvedev a proposito della decisione del Tas.

Secondo Medvedev "in questa decisione, chiaramente, c'è il desiderio da parte del Comitato paralimpico internazionale di eliminare gli avversari più forti" e inoltre, pur ammettendo che "il doping è incompatibile con l'ideologia di sport e va condannato", la questione relativa alla Russia è, per Medvedev, "un brutto cocktail, in cui l'80% è composto da questioni politiche e solo il 20% dal doping vero e proprio".
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