Ha poco più di un anno il Cagliari Club Rivoli dedicato a Gigi Riva. L'idea è nata grazie al presidente Luigi Porcu, 58 anni, dipendente comunale nato a Seui, residente a Torino dal 1979.

Come nasce la passione per il Cagliari lo racconta con un aneddoto del tutto originale: "Fu grazie al parroco del mio paese di origine, don Severino Murino di Barisardo che, durante le proiezioni dei film del cinema parrocchiale, entrava per aggiornarci sul risultato della squadra, e se i rossoblù perdevano diceva di stare tranquilli, perché tanto ci avrebbe pensato Gigi Riva". Nel gennaio 2015, Luigi, già membro del circolo dei sardi di Rivoli, uno dei più grandi del nord Italia con 200 iscritti, ha pensato con altri tifosi rossoblù di fondare il Cagliari club, e nel giro di un anno ha raccolto ben 40 soci.

"L'anno scorso abbiamo partecipato al raduno dei Torino Club e dei Cagliari club del continente a Condove, sulle Alpi. Parteciperemo anche il 29 giugno come ospiti a Settimo Torinese. Oltre a organizzare le trasferte, abbiamo presentato diversi libri sul Cagliari e presto allestiremo un gazebo per coinvolgere nuovi adepti".

Il vicepresidente Mario Manca, 69 anni, fabbro in pensione, è nato a Bottidda (Sassari) ma oggi vive a Torino. "Il Cagliari è il mio primo amore e quindi non si scorda mai", rivendica con orgoglio il pensionato, "Ho una forte nostalgia per la mia terra in cui torno ogni anno. Quando si perde o si gioca male soffro molto. La Sardegna è sempre nel mio cuore, nel circolo parliamo in sardo".

I ricordi non si contano più e riaffiorano nella mente del tifoso rossoblù: "L'anno dello scudetto vidi a Torino il decisivo 2-2 con la Juventus e il 4-0 contro il Torino, allo stadio Comunale e tutte le strade della città imbandierate di rossoblù e 4 mori. Ricordo con orgoglio anche la partita contro la Juventus 2-1 al Delle Alpi di Torino e il 5-0 del 1992/93 l'anno prima con Francescoli e Mazzone", racconta Mario che è stato capace di percorrere 400 km in auto per tornare in Sardegna e vedersi una partita in casa.

Francesco Monagheddu è il tesoriere del club, disegnatore meccanico in pensione, nato a Sassari. Lo scudetto rossoblù l'ho vissuto da sardo che abitava fuori dall'isola. Un'emozione unica per me e per tutti i sardi che vivono qui, un riscatto. E' stato poi un grande orgoglio vedere tanti giocatori di quella squadra in Nazionale ai Mondiali nel 1970 in Messico" racconta il sessantasettenne, "Grazie al circolo quattro mori di Rivoli ho conosciuto tanti sardi emigrati come me, è un bellissimo luogo di ritrovo. Ci ritroviamo qui per vedere le partite, per organizzare cene e pranzi. Sosteniamo il tifo pulito e corretto".

Antonello Pistincu fa parte anche lui del simpatico e nutrito gruppo di supporters rossoblù over 50 di Rivoli. Il consigliere del club ha ben 75 anni ed è originario di Iglesias, a Torino dal 1961. "Sono e mi sento pienamente sardo. Per tutti gli emigrati la squadra è motivo di orgoglio, un forma di riscatto, ho fatto tanti chilometri e tante trasferte".

Nel direttivo del club c'è anche chi, come Gregorio Selis, 76 anni, ex carrozziere originario di Sant'Antioco, tifa Cagliari da ancor prima che vincesse lo scudetto. "Merito di mio papà che mi comunicò, appena nato, questa passione. Era talmente tifoso che prima di lasciarci mi ha chiesto di rileggergli il giornale dell'impresa gloriosa del '70".

Anche Alberto Bellu, litografo di 58 anni nato a Decimoputzu, ricorda quei momenti unici vissuti al Comunale di Torino, "Ero un bambino di 7/8 anni, vennero qui tanti parenti e amici direttamente dalla Sardegna, fu una grande festa che valeva doppio per noi emigrati. Le mie radici, il mio legame con la Sardegna cerco di comunicarlo anche ai miei figli".
© Riproduzione riservata