I tifosi lo hanno accolto con grande entusiasmo, lui ringrazia, spiega "di non essere un mago, di non avere la bacchetta magica", ma intanto è felice che il "Mancini-bis" sia iniziato con il piede giusto: "mi fa molto piacere sentire l'affetto dei tifosi, non avrei mai pensato di tornare, è successo tutto molto in fretta e nel calcio succede. Se sono contenti vuol dire che è stato fatto qualcosa di buono e questa è la cosa più importante.

Cosa dirò ai giocatori? Che l'entusiasmo è alla base del lavoro, starà a noi riportarlo in tutto l'ambiente, riportare i tifosi allo stadio e soprattutto tornare a vincere". Il Mancio ammette "non pensavo di tornare perché quando si fa bene poi c'è tutto da perdere. I dirigenti mi hanno chiamato, ci siamo visti e mi hanno convinto, credo che possiamo vivere un'altra bella storia, altrimenti non avrei accettato. Non ho la bacchetta magica, credo che si debba tornare a vincere attraverso il lavoro. L'Inter è un grandissimo club e sono felice di essere tornato".

Lo ripeterà più volte nel corso di una conferenza stampa di presentazione nella quale affronta tanti argomenti, parlando anche del rapporto con la famiglia Moratti che resta solido e infatti che la scelta sia ricaduta su di lui non è casuale. "La famiglia Moratti ha fatto la storia dell'Inter - ha spiegato - Ha fatto la sua scelta che è da rispettare al 100%. L'ho sentito al telefono, credo sia felice. Abbiamo iniziato a vincere insieme. Lo ringrazio per avermi portato qui anni fa. Rimane una persona importante per il club". Poi però Moratti ha scelto Mourinho, l'uomo del "triplete".

"Abbiamo fatto un buon lavoro nel mio periodo dal 2004 al 2008. Quando hai una buona base i giocatori capiscono che è la strada giusta. Ora dobbiamo tornare a vincere". Appunto, vincere, cosa che Mazzarri non riusciva più a fare. "Quando si cambia allenatore non è solo colpa del tecnico - ha sottolineato Mancini - Mazzarri è bravo, ma quando le cose non vanno bene siamo sempre i primi a pagare, fa parte della nostra professione. Sappiamo a cosa andiamo incontro, dobbiamo lavorare alla grande per non farci esonerare. Spero che ora si riesca a fare quanto abbiamo fatto nella mia prima esperienza nerazzurra". Moratti lo scelse nel 20014, Thohir nel 2014. "L'ho sentito, era dispiaciuto per Mazzarri. E' una persona perbene e insieme vogliamo tornare in alto". Di certo è un Mancini con molta più esperienza quello tornato alla Pinetina dopo le avventure internazionali. "Sono stati sei anni molto belli, importantissimi, i primi 5 anni in Premier che per me è il miglior campionato del mondo, poi un anno al Galatasaray, un grandissimo club con tantissimi tifosi. Esperienze straordinarie, ora voglio portare qui all'Inter tutto quello che ho fatto all'estero. Il calcio italiano? La crisi c'è dappertutto, l'Italia ne risente più degli altri e questo ha fatto sì che il campionato calasse di livello, cerchiamo di riportarlo in alto. Siamo italiani, amiamo l'Italia, siamo qui per questo". Non si sente il possibile Ferguson dell'Inter. "Lui è stato al Manchester United per 27 anni, non credo che io rimarrò qui tutto questo tempo, ma spero vivamente di tornare a vincere con l'Inter".
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